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Cara Greta evitiamo insieme di essere strumentalizzati

L’emergenza climatica non è separabile dall’emergenza nucleare

18.12.2019 Redazione Italia

L’emergenza climatica non è separabile dall’emergenza nucleare
(Foto di Chen Po-Chou via Flickr.com)

 

Battiamoci insieme, cara Greta, per evitare che il concetto di emergenza sia strumentalizzato dalla lobby dell’atomo.

Dopo la conclusione della COP 25 di Madrid e dopo il consiglio europeo del 12 e 13 giugno 2020, Accademia Kronos, Disarmisti Esigenti e WILPF Italia hanno organizzato una conferenza stampa sulla base dell’appello lanciato in aprile, ancora sottoscrivibile online all’indirizzo https://www.petizioni.com/dichiarazione-emergenzaclimatica.

L'incontro con la stampa, su iniziativa della senatrice Loredana De Petris, ha avuto luogo il 18 dicembre 2019, dalle ore 13 alle 14, nella Sala “Caduti di Nassirya” presso il Senato della Repubblica – Palazzo Madama. Tutti i primi firmatari dell'appello sono stati invitati ad intervenire con brevi considerazioni analitiche e suggerimenti propositivi sull’intreccio tra emergenza climatica ed emergenza nucleare,

La conferenza stampa è stata introdotta da Antonia Baraldi Sani, già presidente di WILPF Italia, e poi sono intervenuti con relazioni Giovanna Pagani, attuale presidente onoraria, wilpfer di ritorno dalla COP 25 di Madrid;  Oliviero Sorbini, di Accademia Kronos;  Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti.

Giovanna Pagani ha indicato come obiettivo dell’intero movimento ecopacifista il calcolo, da fare approvare alla COP 26 di Glasgow del 2020, del contributo delle attività militari e belliche sul riscaldamento globale, stimabile intorno al 20% del totale complessivo.

Nel testo dell’appello lanciato in aprile si sollecita il governo a proclamare lo stato di emergenza climatica (una mozione in questo senso con prima firmataria Rossella Muroni è appena passata alla Camera) sottolineando i seguenti punti qualificanti, che contraddistinguono la nostra iniziativa da altre analoghe (e auspichiamo convergenti):

1 – Considerare a partire da subito la lotta al cambiamento climatico e la transizione a un’economia sostenibile (il Green New Deal) come la priorità attuale e dei prossimi anni, da sostenere con un grande programma di investimenti pubblici.

Qui si è osservato come il solo aumento delle spese militari deciso nell’ultimo vertice NATO di Londra del 3 e 4 dicembre (in pratica 100 miliardi annui complessivi per i Paesi europei) potrebbe ad esempio coprire buona parte del Green New Deal europeo proposto dalla Commissione UE.

2 – trovare le risorse, in primo luogo dalla cancellazione degli incentivi alle fonti fossili, dagli sprechi sulle Grandi Opere inutili, e dal risparmio sugli armamenti: usiamo le forze della difesa (protezione civile e modelli alternativi di difesa!) come energie per la salvaguardia dei territori e per l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici;

e soprattutto:

3 – escludere in tutte le sedi l’opzione nucleare tra le possibili soluzioni al cambiamento climatico, con ciò ribadendo la volontà del popolo italiano espressa nel voto referendario del 2011.

Su questo punto sono stati espliciti e inequivocabili i messaggi inviati da Moni Ovadia e Alex Zanotelli, tra i firmatari della lettera alle autorità europee sotto riportata.

L’invito a partecipare era stato esteso anche agli attivisti dei nuovi movimenti che esprimono un montante “risveglio” ecologista, soprattutto in settori giovanili della popolazione.

Ma è stato anche anche rilevato criticamente, in particolare dalle conclusioni di Alfonso Navarra, che il “possibilismo” sul nucleare di Greta Thunberg (si vedano le seguenti dichiarazioni su facebook: https://m.facebook.com/gretathunbergsweden/photos/a.733630957004727/793436521024170/?theater&hc_location=ufi) può avere avuto il suo peso negativo e riflettere il vento che ha portato l’ultimo Consiglio europeo, conclusosi questo 13 dicembre, ad inserire, in sostanza, il nucleare tra le energie “pulite” finanziabili dai cittadini europei (nella categoria transizionale, insieme al gas).

Bisogna che tutto l’ecologismo di base, ad avviso degli organizzatori, stia allora bene attento: è infatti possibile che un’interpretazione distorta dell’istanza emergenziale porti a fare accettare il nucleare da fissione tra le possibili soluzioni, mentre è parte del problema.

Su questo punto, secondo i promotori, è importante un dialogo e un chiarimento con i nuovi giovani ecologisti di Fridays for Future ed Extinction Rebellion, anche costruendo XR PACE (sul modello dell’inglese XR PEACE) e i FRIDAYS FOR PEACE: non si deve tornare indietro dalla consapevolezza raggiunta in decenni di lotte e anche di vittorie, seppur parziali. Occorre quindi una riconsiderazione positiva da parte giovanile (mai acritica e a senso unico, naturalmente) di saperi acquisiti con le pratiche di lotta “storiche”, la cui validità è ancora attuale.


LETTERA ALLE AUTORITA’ EUROPEE

Alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen
Al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel
Al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Roma 18 dicembre 2019

I sottoscritti, promotori dell’appello perché il governo italiano dichiari l’emergenza climatica (on line su: https://www.petizioni.com/dichiarazione-emergenzaclimatica), Vi scrivono con preoccupazione: la UE lancia il “Patto Verde” per contrastare l’emergenza climatica ma non vorremmo si arrivasse, con eterogenesi dei fini, a soluzioni che aggravassero l’emergenza nucleare ad essa intrecciata!

Nel Consiglio Europeo del 12 e 13 dicembre scorsi (i documenti ufficiali su: https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2019/12/12-13/) il nucleare è infatti citato esplicitamente come possibilità finanziabile dal contribuente europeo in quanto agli Stati membri si riconosce il diritto di inserirlo nel mix energetico nazionale che caratterizzerà la transizione verso la neutralità climatica da concludere entro il 2050.

Le parole di Timmermans, vicepresidente della Commissione europea con delega al Green Deal, riportate dal quotidiano “Repubblica” del 12 dicembre 2019 (https://rep.repubblica.it/pwa/commento/2019/12/12/news/il_grande_gioco_sul_clima-243332408/ ), non ci rassicurano in proposito: “Il nucleare non emette CO2 ma non è una fonte energetica che si può definire sostenibile. Sarà utile nella fase di transizione, ma non possiamo pensarlo come una soluzione di lungo termine”.

Noi riteniamo invece, con la presunzione che la nostra opinione sia condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini europei, che il ricorso all’atomo “civile” (a nostro parere sempre sottoprodotto di esigenze militari), non abbia utilità alcuna, nemmeno relativa, parziale e contingente, in quanto i rischi e i pericoli del suo impiego sopravanzano di gran lunga qualsiasi vantaggio ipotizzabile.

Rispettiamo ovviamente la sovranità energetica dei singoli Stati della UE: ma proprio per questo esigiamo garanzie sul fatto che, specialmente le comunità nazionali che si sono espresse con voti referendari contro il rischio nucleare, non siamo chiamati a pagare in qualsiasi forma la scelta di mantenere e sviluppare una tecnologia industriale che costituisce un grave fattore di estinzione, degli uomini e della natura.

Sì, ci permettiamo di metterVi sull’avviso in nome e per conto di tutta la coscienza dell’ecologismo di base forgiato da decenni di lotte: il ciclo del nucleare è forse la più grave, anche se ignorata, problematica catastrofica con cui l’intera umanità deve oggi confrontarsi. Perché, in sostanza, con tutte le altre motivazioni che si possono aggiungere, accumula una massa di inquinamento esiziale per la biosfera aggravando l’irrisolvibile smaltimento delle scorie radioattive e perché le applicazioni civili non sono separabili dai possibili usi militari, che possono sfociare nella guerra nucleare persino per errore. (Consigliamo di documentarsi sul “Bollettino degli Scienziati Atomici”, https://thebulletin.org ).

L’Unione europea, per rispetto ai suoi valori dichiarati di costruzione della pace nella libertà, eguaglianza, democrazia, di promozione dei diritti umani garantiti dal Diritto, rinunci a finanziare il nucleare “civile” e colga l’occasione che gli è offerta dall’ONU di firmare e ratificare la proibizione delle armi nucleari, passo indispensabile per la loro eliminazione effettiva.
In attesa di una Vostra sollecita risposta, porgiamo distinti saluti e auguri di buon lavoro
Potete contattarci a queste mail: kronospn@tiscali.it  – coordinamentodisarmisti@gmail.com
Disarmisti esigenti (coordinamento politico organizzativo dell’iniziativa con WILPF Italia e Accademia Kronos)

PRIMI FIRMATARI:
Moni Ovadia – Alex Zanotelli – Edo Ronchi – Grazia Francescato – Guido Viale – Mario Salomone – Loredana De Petris – Vasco Errani – Vittorio Agnoletto – Alessandro Marescotti – Michele Carducci – Emilio Molinari – Gianluca Garetti – Francesco Alemanno – Maurizio Acerbo – Eleonora Forenza – Anna Donati – Paolo Crosignani –
Giovanna Pagani – Antonia Baraldi Sani – Patrizia Sterpetti – WILPF Italia
Oliviero Sorbini – Ennio La Malfa – Accademia Kronos
Maria Maranò – Legambiente
Vittorio Bardi – Sì alle rinnovanili No al nucleare – Coalizione per il clima
Giuseppe Farinella – Il Sole di Parigi
Laura Tussi – Rossana De Simone – Patrick Boylan – PeaceLink
Fabrizio Cracolici – ANPI di Nova Milanese

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