Vai al contenuto

Il Sole di Parigi

Il Sole di Parigi

Il Sole di Parigi – organo telematico dell’Osservatorio dell’attuazione  per l’accordo sul clima

(www.osservatorioparigiperilclima.it/ilsolediparigi)

Editore e proprietario: Kronos Pro Natura, affiliata ad Accademia Kronos, fondatrice di APE (Centro di documentazione Arte-Pace-Energia)

Direttore responsabile: Alfonso Navarra

Coordinatrice redazione: Brigitte Balladares

Redazione: Mario Agostinelli, Giuseppe Farinella, Ennio La Malfa, Giuseppe Marazzi, Luigi Mosca, Giovanna Pagani,

Segreteria ed Amministrazione: Consiglia Farinella

L'Osservatorio per l’attuazione dell’accordo di Parigi sul clima, di cui il “Sole di Parigi” è l’organo telematico con periodicità mensile,  è un centro di documentazione, studi e ricerche/azione costituito da realtà impegnate contro le minacce globali che pendono sulla testa dell’Umanità; e per la giustizia climatica, la conversione energetica ed ecologica, il disarmo e la pace.

I soggetti fondatori sono: Accademia Kronos, APE (Arte-pace-energia), Associazione Energia Felice, Disarmisti esigenti, WILPF Italia.

Siamo, per una convergenza non casuale,  i soggetti promotori della conferenza stampa del 15 aprile 2016, protagonisti Alex Zanotelli, Alfonso Navarra, Ennio La Malfa, Giovanna Pagani.

Facciamo riferimento all’appello on-line: www.petizioni24.com/ratificareparigi

Intendiamo impegnarci specificamente sul monitoraggio di come l’Italia passerà dalla firma (apposta dal Ministro Galletti il 22 aprile 2015) alla ratifica dell’accordo di Parigi sul clima, con l’intento di fornire proposte per la sua attuazione tempestiva ed efficace, collegata alla prospettiva del 100% rinnovabili entro il 2050; nonché promuovendo attività di divulgazione scientifica, e campagne di informazione e di educazione ambientale.

La finalità che ci diamo è di tratteggiare e suggerire ai decisori politici ed agli attori sociali strategie, politiche, scelte, interventi e azioni, così da poter indicare il percorso concreto per l’attuazione qualificata ed incisiva dell’accordo.

Una scadenza importante che occorre monitorare è il Piano Nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, lo strumento di governance che, già dalla fine del 2016, dovrebbe cominciare ad attuare, coordinando anche la pianificazione regionale, la Strategia nazionale di adattamento (in realtà in fase di “elementi” ma proposta come compiuta). Pensiamo che una impostazione realmente innovativa sarebbe la piena coerenza e integrazione di tale strategia almeno con la strategia energetica nazionale.

Naturalmente la attuale proposta governativa di SEN vede la nostra assoluta contrarietà per le motivazioni indicate, ad esempio, dall’appello che, lanciato da un gruppo di docenti e ricercatori dell’Università e dei Centri di ricerca di Bologna, ha poi avuto un adesione ed un impatto nazionali (vai alla URL: http://www.energiafelice.it/appello-al-governo-sulla-strategia-energetica-nazionale/).

Il nostro spirito non è occupare spazi politici per “svolgere un tema”, come è nella prassi del grande ambientalismo mediatico, che è in un certo senso parte integrante del sistema attuale (esso abbisogna di una “opposizione di Sua Maestà”!); ma è quella di sviluppare una dinamica di attenzione, mobilitazione e pressione per “risolvere un problema”, con la grinta e la determinazione di chi “non molla la presa “finché non ha portato il risultato a casa”.

In questo senso  nostri interlocutori naturali sono, a livello politico-istituzionale nazionale, le forze ed i singoli parlamentari, di cui condividiamo l’approccio contro l’ambientalismo mediatico, per la concretezza delle soluzioni che partono dalla consapevolezza che il problema energetico è uno snodo di conflitto sociale che fa scontrare interessi molto precisi, sui quali occorre prendere posizione “dalla parte giusta”, dalla parte del popolo e non delle élites.

Riteniamo di poter offrire a queste realtà e a queste persone un surplus di consapevolezza e di visione sintetizzabile nei seguenti punti:

1-      L’approccio globale, non semplicemente nazionale, al problema;

2-      Le implicazioni del clima sui problemi della sicurezza e della difesa;

3-      Il rapporto tra pianificazione energetica e cambiamento del paradigma economico, che esige una predisposizione di scenari STRUTTURALMENTE contemplanti una significativa riduzione dei consumi (e quindi dello stesso fabbisogno elettrico e di quanto altro).

Vale comunque sempre la pena osservare che l’ecologia, pur nella sua considerazione superficiale, è già oggi parte integrante dell’economia europea: sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi “minimalisti” dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia (fonte: Commissione Europea, 2012); e sono già oggi 14,6 milioni i posti di lavoro assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici (Commissione Europea, 2011). In Italia, come documentato nel Rapporto GreenItaly 2014, elaborato da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, emerge che alla cd “Green Economy” (in cui va comunque calcolato molto “Green Washing”) si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale e che i cosiddetti “Green Jobs” sono oggi in Italia più di 3 milioni.

Il Curriculum dei nostri esperti, che starà dietro al lavoro redazionale del bollettino telematico, è di altissima qualità scientifica, anche secondo gli standard ufficiali; ma ancor più valido è, per usare una espressione provocatoria ma significativa, il “non curriculum” di attivisti che si sono battuti contro le lobby dominanti del complesso militare industriale energetico (MIEC) pagando talvolta di persona le dure risposte repressive con cui si sono dovuti confrontare.

I partner principali sono l’Università della Tuscia, l’Osservatorio meteo-climatico di Accademia Kronos, la cooperativa Co-energia, CEPES-Sole del Mediterraneo.

Queste caratteristiche di “esperti critici legati ai movimenti di lotta” ed all’obiettivo del modello completamente rinnovabile subito potrebbero essere di particolare interesse in particolare per coloro che avvertono l’esigenza di “una rivoluzione democratica dell’Italia in cui va inclusa, quale componente integrante, la conversione energetica ed ecologica”.

L’Osservatorio ha sede in via Borsieri 12, Milano e gestisce il sito web www.osservatorioparigiperilclima.it, ovviamente in fase di costruzione, in cui il presente bollettino è ospitato.