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Appello alla mobilitazione per il Coordinamento italiano di supporto ad ICAN

Appello alla mobilitazione generale per portare il nostro paese e l'Europa intera, all'adesione al Trattato di interdizione di ogni ordigno nucleare approvato dall'ONU nel luglio 2017; per dare peso al Premio Nobel per la Pace conseguito da ICAN, in base alla azione svolta per questo risultato da centinaia di associazioni della società civile e di paesi interi; per dare senso alla ratifica dello stesso trattato , immediatamente sottoscritta dallo Stato del Vaticano; per raggiungere rapidamente le 50 ratifiche (di Stati Nazionali) che renderanno operativo il trattato con le relative responsabilità anche di carattere penale per stati e singoli governanti, che non rispettassero il Trattato medesimo. Per tutto questo riteniamo che non ci possano essere dubbi nel creare anche nel nostro paese il più ampio , esteso, eterogeneo ma concreto schieramento per il coordinamento italiano per ICAN. L'invito è a firmare e diffondere con tutti i mezzi a disposizione questo comunicato.

 

" Riteniamo un fatto positivo la costituzione del Coordinamento delle associazioni di ICAN in Italia e per questo auspichiamo che lo scopo sia l'allargamento il più ampio possibile a chi ne voglia far parte, ritenendo indispensabile a questo proposito chiarire alcune cose per perseguire gli obiettivi su basi comunque qualificate, coerenti .

E' nostra convinzione che il Coordinamento delle associazioni aderenti e supportanti ICAN Italia debba:

1) essere libero da ogni condizionamento, aperto nelle adesioni e rispettoso delle scelte di soggetti che decidessero di restarne fuori (per qualsiasi loro legittimo motivo); l'unità non è una obbligatoria e formalistica adesione, ma il frutto di dialogo permanente e di esperienza comune di lavoro per un fine che viene dichiarato comune.

2) Svolgere un lavoro comune per ottenere la ratifica da parte dell'Italia del Trattato di interdizione delle armi nucleari sia come lavoro di sensibilizzazzione dell'opinione pubblica, sia nel denunciare liberamente i limiti oggettivi, gli ostacoli e i veri e propri sabotaggi che su questa strada realizzano a) La Nato con il suo esplicito rifiuto e obbligo per i suoi aderenti a boicottare la ratifica del Trattato; b) l'eventuale mancata campagna per  "la denuclearizzazione unilaterale"(Vedi Sud Africa) che invece ha caratterizzato la lotta di base e che richiede l'immediata rimozione delle atomiche USA  (anche per coerenza giurisdizionale col TNP ); c) l'eliminazione del rischio radioattivo per l'uso promiscuo dei porti sia quelli utilizzati stabilmente dalla VI Flotta Americana, da poco affiancata nel Tirreno da una nuova Portaerei Americana, sia per transiti momentanei  di navi dotate o portatrici di ordigni nucleari; d) Il riarmo in corso (nuove B61-12, F35 e addestramento di piloti italiani all'uso di queste armi potenzialmente atomiche) e la partecipazione illegale ed illegittima del nostro paese a guerre con marcato significato neocoloniale  e spacciate per umanitarie e sicuramente all'origine di milioni di profughi senza casa, senza lavoro, senza terra che si stanno riversando nel Mediterraneo.

3)Portare avanti un lavoro comune anche con movimenti ecologisti e resistenti al cambiamento climatico nonchè tutti quei movimenti sociali e sindacali che lottano per il superamento delle diseguaglianze per la giustizia sociale, in quanto parte integrante della rivoluzione pacifica, disarmista, antimilitarista che vorremmo realizzare.

E' per questo che ci dobbiamo sentire liberi di "toccare la Nato" laddove si presenta come principale ostacolo ai nostri obiettivi antinucleari; liberi di poter nominare le guerre in corso come potenziale effettivo pericolo di degenerazione nucleare; liberi soprattutto di valorizzare e di considerare nostro comune patrimonio gli obiettivi, la sensibilità e le esigenze di tante lotte di base (pensiamo soltanto alle servitù militari "assassine" della Sardegna o alle servitù strategiche proprio per l'uso di armi nucleari delle basi non nucleari americane in Sicilia) che non rappresentano affatto delle deviazioni o una perdita di tempo, ma l'aggancio alla realtà popolare operativa per la nostra campagna per l'ottenimento della ratifica del TPAN.

Noi abbiamo già sperimentato una positiva unità d'azione anche relativamente alla pressione nei confronti del livello istituzionale e che col nuovo Parlamento ed il nuovo Governo dovremo recuperare rapidamente e  completamente, redigendo insieme testi base che poi sono diventati mozioni sia alla Camera che al Senato, mozioni che conseguentemente abbiamo presentato in conferenze stampa unitarie, in cui abbiamo parlato tutti; iniziative tutte registrate, ad esempio, dal sito di una importante radio nazionale.

Abbiamo anche sperimentato, in questa esperienza di lavoro comune, un metodo democratico e partecipativo: ogni lettera, comunicato, presa di posizione a nome di tutti è stata sempre sottoposta alla conoscenza e all'approvazione preventiva. 

Così ci siamo comportati e così il nuovo Coordinamento italiano per ICAN Italia riteniamo debba comportarsi.

a nome delle organizzazioni:

Disarmisti Esigenti (Alfonso Navarra)

No Guerra NO NATO  (Giuseppe Padovano)

Accademia Kronos (Oliviero Sorbini)

ANPI di Nova Milanese (Fabrizio Cracolici)

Il Sole di Parigi – (Giuseppe Farinella)

Città Verde - (Adriano Ciccioni)

Tavola della Pace Val di Cecina (Jeff Hoffmann)

Adesioni personali:


Franco Dinelli (Pax Christi – commissione internazionale)

Laura Tussi (redazione di Peacelink)

Per sottoscrivere:

https://www.petizioni24.com/mobilitiamoci_per_ican

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