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Impastato maggio 2021

Peppino Impastato, “il 68ino rivoluzionario”, che pagò con la vita le sue denunce per radio contro la mafia

9 maggio 1978: sono trascorsi 43 anni da quando la mafia uccise Peppino Impastato,  militante politico siciliano che pagò con la vita le sue denunce pubbliche contro il sistema di potere di Cosa nostra a Cinisi e nel palermitano. Le indagini sulla morte di Impastato furono subito depistate: si voleva far credere che Peppino fosse un terrorista suicida, saltato in aria mentre stava maneggiando l’esplosivo sui binari della Palermo-Trapani. Ci sono voluti 23 anni perché Peppino venisse riconosciuto come vittima di mafia. Nel 2002 si arrivò, finalmente, a condannare all'ergastolo, come mandante dell'omicidio, il boss don Tano Badalamenti.

Peppino Impastato

Peppino era nato in una famiglia mafiosa di Cinisi, un piccolo paese alle porte di Palermo. Lo zio, Cesare Manzella, ne era il capomafia.

Nonostante tutto, Peppino "il ribelle" decise fin da subito di andare controcorrente non seguire le orme della famiglia. Fondò Radio Aut, un'emittente radiofonica dalla quale trasmetteva quotidianamente denunciando affari sporchi e deridendo don Tano Badalamenti, il boss di Cinisi che ne decretò la sua morte.

Cinque giorni prima di essere ucciso, Peppino Impastato aveva tenuto il suo ultimo comizio pubblico. Si era candidato come consigliere comunale nelle liste di Democrazia proletaria. La sue elezione avvenne ugualmente, nonostante qualche giorno prima, il 9 maggio '78, la mafia lo avesse fatto saltare in aria sui binari della ferrovia di Cinisi. I suoi resti furono trovati il giorno dopo dai suoi amici. Erano sparsi per 300 metri.

Ci sono voluti 23 anni perché Peppino venisse riconosciuto come vittima di mafia, nell'indifferenza di un paese che non parlava, non vedeva, non sentiva. Erano in pochi a denunciare gli interessi della mafia di Cinisi alla fine degli anni Settanta: le infiltrazioni per la costruzione dell'aeroporto di Palermo, le speculazioni edilizie, il traffico di droga con i cugini d'America.

Le indagini sulla morte di Impastato furono subito depistate e per ben due volte, nel 1984 e nel 1992, furono addirittura archiviate. Solamente nel 1995, grazie alla determinazione della madre di Peppino, Felicia Bartolotta, si aprì un nuovo processo nel quale il boss di Cinisi Gaetano Badalamenti fu condannato per aver commissionato l'omicidio del giovane attivista.

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Qui di seguito il dossier su Peppino Impastato preparato dal Centro per la Nonviolenza di Viterbo, coordinato da Peppe Sini

 

IN MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO

Il 9 maggio 1978 la mafia assassinava Peppino Impastato.
Ma i suoi compagni non ne accettarono la morte e vollero tenerlo vivo rivendicandone e proseguendone la lotta, le idee, la testimonianza, e smascherarono e sconfissero il tentativo dei poteri dominanti di assassinarlo per la seconda volta con un depistaggio osceno ed infame.
Non riuscirono a resuscitarlo, poiche' questo non e' possibile, ma a tenerlo vivo si'. E cosi' Peppino Impastato e' ancora vivo, e ancora lotta insieme a noi ogni volta che le oppresse e gli oppressi insorgono nonviolentemente contro i poteri criminali, contro il regime della rapina e della corruzione, contro la violenza mafiosa e fascista e schiavista e razzista e stragista e maschilista che ancora opprime e devasta l'umanita' e il mondo.
Ogni volta che una persona o un movimento lotta per la liberazione di tutte le persone, li' e' Peppino Impastato che vive ancora.
Ogni volta che una persona o un movimento lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, li' e' Peppino Impastato che vive ancora.
Ogni volta che una persona condivide il suo pane con un'altra persona e s'adopera affinche' nessuno debba piu' avere fame e paura, affinche' nessuno sia piu' vittima dell'ingiustizia, affinche' nessuno sia piu' calpestato, affinche' tutto il bene e tutti i beni siano condivisi fra tutte le persone, li' e' Peppino Impastato che vive ancora.
Ogni volta che tu resisti alla menzogna e all'oppressione, al disordine costituito, alla dittatura della violenza, con te c'e' Peppino Impastato che vive ancora.
In questo 9 maggio 2021 noi lo ricordiamo ancora, e nelle nostre necessarie lotte nonviolente qui e adesso lo sentiamo vivo, lo teniamo in vita, lotta insieme a noi.
*
Cosi' anche nel ricordo di Peppino Impastato ancora una volta ripetiamo che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Occorre opporsi a tutti i poteri criminali.
Occorre opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta nonviolenta per la comune liberazione, per la comune salvezza, per il bene comune dell'umanita', per la difesa di quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e custodi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Una minima notizia su Peppino Impastato
Giuseppe Impastato, nato nel 1948, militante della nuova sinistra di Cinisi (Pa), straordinaria figura della lotta contro la mafia, di quel nitido e rigoroso impegno antimafia che Umberto Santino defini' "l'antimafia difficile"; fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Tra le raccolte di scritti di Peppino Impastato: Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2002, 2008. Tra le opere su Peppino Impastato: Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio, Centro Impastato, Palermo 1998; Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1986; Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, Milano 1994; AA. VV., Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001, 2006 (pubblicazione della relazione della commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena; con contributi di Giuseppe Lumia, Nichi Vendola, Michele Figurelli, Gianfranco Donadio, Enzo Ciconte, Antonio Maruccia, Umberto Santino); Marco Tullio Giordana, Claudio Fava, Monica Zapelli, I cento passi, Feltrinelli, Milano 2001 (sceneggiatura del film omonimo); Umberto Santino (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato. Le sentenze di condanna dei mandanti del delitto Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2008; Giovanni Impastato e Franco Vassia, Resistere a mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato, Stampa Alternativa, Viterbo 2009.
Naturalmente sono fondamentali le molte altre ottime pubblicazioni del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; per contatti: Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, sito: www.centroimpastato.it
Ugualmente fondamentale l'attivita' dell'"Associazione casa memoria Felicia e Peppino Impastato"; per contatti: corso Umberto I 220, 90045 Cinisi (Pa), sito: www.peppinoimpastato.com
Si vedano anche almeno i libri dedicati a Felicia Bartolotta Impastato, la madre di Giuseppe Impastato che lo ha sostenuto nella sua lotta, lotta che ha proseguito dopo l'uccisione del figlio; e' deceduta nel dicembre 2004. Opere di Felicia Bartolotta Impastato: La mafia in casa mia, intervista di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1987. Tra le opere su Felicia Bartolotta Impastato: Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2005; Cfr. anche il profilo scritto da Anna Puglisi per l'Enciclopedia delle donne e ripubblicato anche in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 311.
Fondamentali sono anche le opere di Umberto Santino, presidente del "Centro Impastato" di Palermo, e tra esse cfr. almeno: (a cura di), L'antimafia difficile, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1989; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, La violenza programmata. Omicidi e guerre di mafia a Palermo dagli anni '60 ad oggi, Franco Angeli, Milano 1989; Umberto Santino, Giovanni La Fiura, L'impresa mafiosa. Dall'Italia agli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano 1990; Giorgio Chinnici, Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Ugo Adragna, Gabbie vuote. Processi per omicidio a Palermo dal 1983 al maxiprocesso, Franco Angeli, Milano 1992 (seconda edizione); Umberto Santino e Giovanni La Fiura, Dietro la droga. Economie di sopravvivenza, imprese criminali, azioni di guerra, progetti di sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1993; La borghesia mafiosa, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia come soggetto politico, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; Casa Europa. Contro le mafie, per l'ambiente, per lo sviluppo, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994; La mafia interpretata. Dilemmi, stereotipi, paradigmi, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1995; Sicilia 102. Caduti nella lotta contro la mafia e per la democrazia dal 1893 al 1994, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1995; La democrazia bloccata. La strage di Portella della Ginestra e l'emarginazione delle sinistre, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Oltre la legalita'. Appunti per un programma di lavoro in terra di mafie, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1997; L'alleanza e il compromesso. Mafia e politica dai tempi di Lima e Andreotti ai giorni nostri, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 1997; Storia del movimento antimafia, Editori Riuniti, Roma 2000, 2010; La cosa e il nome. Materiali per lo studio dei fenomeni premafiosi, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000; Dalla mafia alle mafie, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; Mafie e globalizzazione, Di Girolamo Editore, Trapani 2007; (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 2008; Breve storia della mafia e dell'antimafia, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; Le colombe sulla rocca, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; L'altra Sicilia, Di Girolamo Editore, Trapani 2010; Don Vito a Gomorra, Editori Riuniti, Roma 2011; La mafia come soggetto politico, Di Girolamo Editore, Trapani 2013; Dalla parte di Pollicino, Di Girolamo Editore, Trapani 2015. Su Umberto Santino cfr. la bibliografia ragionata "Contro la mafia. Una breve rassegna di alcuni lavori di Umberto Santino" apparsa su "La nonviolenza e' in cammino", da ultimo nel supplemento "Coi piedi per terra" nei nn. 421-425 del novembre 2010. Vari suoi testi sono nel sito del Centro Impastato: www.centroimpastato.com cui si rinvia.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 maggio 2021

 

 

 

 

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