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ANdiarionuclearbanweekVienna

 

Giovedì 23  giugno 2022 – sesta  puntata del Diario da Vienna  a cura di Alfonso Navarra, portavoce dei disarmisti esigenti

Il diario si trova con tutte le sue puntate sul sito dei Disarmisti esigenti al seguente link:  http://www.disarmistiesigenti.org/2022/06/18/andiarionuclearbanweekvienna/

Ricordo sempre che, oltre al modesto diario che propone il sottoscritto, per un resoconto completo e approfondito delle giornate, è bene dare un'occhiata al Reaching Critical Will's Nuclear Ban Daily (si vada su: https://reachingcriticalwill.org/disarmament-fora/nuclear-weapon-ban/1msp/reports). Oppure, per un riepilogo video, è possibile vedere MSP-TV (si vada su: https://vienna.icanw.org/live).

Rinvio anche al dialogo online che intratterremo domenica 26 giugno, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, con l'iniziativa  "Tutto quello che avreste voluto sapere su Vienna-TPNW"  .

Ci si collega alla piattaforma google meet al seguente link: 

meet.google.com/ore-zyih-xwi 

Su radio radicale si trova l'intervista rilasciata, il 25 giugno 2022, da Alfonso Navarra ad Andrea Billau, al seguente link: 

Resoconto di Alfonso Navarra sulla Conferenza Onu di Vienna su Trattato di proibizione delle armi nucleari (25.06.2022) (radioradicale.it)

IL PERCORSO DELLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI OGGI CONCLUDE UNA TAPPA IMPORTANTE 

La conferenza di Vienna termina con una dichiarazione di impegno per un mondo libero dalle armi nucleari. La sintesi del presidente austriaco include un piano d’azione per implementare il TPNW. Appuntamento a New York nel 2023 sotto la presidenza del Messico per la seconda revisione del Trattato (2MSP)

L'incontro a Vienna degli Stati parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari è, sostanzialmente, filato liscio e si è concluso oggi alle 16:45, in anticipo sulla scaletta, con l'approvazione di una DICHIARAZIONE e con la sintesi del presidente austriaco della Conferenza ONU Alexander Kmennt, che ha  incluso il PIANO DI AZIONE per l'implementazione del Trattato.  

La Dichiarazione di Vienna - IL NOSTRO IMPEGNO PER UN MONDO LIBERO DALLE ARMI NUCLEARI -  si conclude con un chiaro proposito da parte dei 65 Stati ratificanti il TPNW:  "Di fronte ai rischi catastrofici posti dalle armi nucleari e nell'interesse della sopravvivenza stessa dell'umanità... Non ci fermeremo finché l'ultimo Stato non avrà aderito al Trattato, l'ultima testata non sia stata smantellata e distrutta e le armi nucleari non siano state completamente eliminate dalla Terra".

Su : http://www.disarmistiesigenti.org/2022/06/23/panoramicadocvienna1msp/ ‎

si trova la traduzione in italiano della panoramica dei due documenti, effettuata da ICAN.

QUI IL LINK AL TESTO UFFICIALE ONU DELLA DICHIARAZIONE

QUI IL LINK AL TESTO UFFICIALE ONU DEL PIANO DI AZIONE

La conferenza ONU, che si è svolta presso l'Austria Centre allo stesso Building della IAEA (l'Agenzia atomica), ha visto una presenza ed un ruolo molto importante della società civile, rete ICAN in testa, di cui Disarmisti esigenti e WILPF italia sono membri. 

Ogni mattina all'aula 291 (ore 9:00) ICAN ci si è incontrati per coordinare il lavoro della giornata e massimizzare il potere di parola delle ONG dal palco della conferenza.

Avremmo potuto forse fare molto di più, noi spezzone di una ampia delegazione italiana (6 persone, ma RIPD e Senzatomica erano in nove, non so se includenti il MIR) ma in piccolo abbiamo lavorato per i punti sollevati nei working paper che abbiamo proposto: complementarità di TPNW e TNP da favorire anche con una maggiore flessibilità di ingresso, riferimento più preciso alle mininukes (il problema è stato considerato nei documenti finali), la denuclearizzazione del Golfo di Trieste come applicazione della strategia dei disarmi unilaterali, la possibilità di intraprendere vie legali contro l'illegalità delle armi nucleari (si veda studio commissionato da ABBASSO LA GUERRA e altre associazioni a IALANA ITALIA). 

La conferenza si è riconvocata a New York nel 2023, dal 27 novembre al 1 dicembre, sotto la presidenza del Messico (a cui seguirà l'anno dopo la presidenza del Kazakistan). Le ultime parole di Kemmt per la chiusura sono state proprio: QUE VIVA MEXICO!

Noi, Disarmisti esigenti, proseguiremo con le info e con i commenti. Prestateci attenzione perché potete stare sicuri che i media italiani per lo più ignoreranno l'evento ed il suo significato; e se se ne occuperanno non lo faranno certamente con il nostro approccio culturale della "terrestrità" che si sforza di cogliere l'interdipendenza tra minaccia nucleare, minacia ecologico-climatica e minaccia dell'ineguaglianza sociale.

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Si possono  trovare le dichiarazioni nazionali a 1MSP ai seguenti due siti:

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Mercoledì 22 giugno 2022 - quinta puntata del Diario da Vienna a cura di Alfonso Navarra

APERTO UN POSSIBILE DIALOGO TRA PAESI NATO E IL PERCORSO DEL TPNW, CHE SI CONSIDERA COMPLEMENTARE RISPETTO AL TNP

L'intervento della Germania stamattina: siamo qui come osservatori perché condividiamo la preoccupazione che non ci sono progressi verso il disarmo nucleare"

Estratto del mio pezzo odierno.

Alla conferenza di Vienna, prima parte denominata "Segmento di Alto Livello", si susseguono le dichiarazioni degli Stati (alla fine del dibattito generale se ne conteranno 70) e gli interventi della società civile.

L'agenda ufficiale dell'incontro - l'elezione del Presidente (l'ambasciatore austriaco Kmentt), l'ordine del giorno, il regolamento interno e l'elenco delle ONG non accreditate ECOSOC (i Disarmisti esigenti sono tra queste) si sono svolte finora  senza problemi.

Va tenuto presente che tutti i paesi possono partecipare alla riunione fino alla chiusura; quindi, non l'invito proveniente dalla dirigenza ICAN è quello di non smettere di spingere affinché i governi refrattari si presentino anche all'ultimo minuto. Ma per l'Italia con Draghi e Di Maio, questo sforzo francamente pare fatica sprecata! Il nostro governo non ha il coraggio di chiarire la sua posizione a livello internazionale, a differenza di Germania, Belgio e Paesi Bassi, anche essi Paesi NATO, e Paesi della condivisione nucleare NATO.

Oltre al modesto diario che propone il sottoscritto, per un resoconto completo delle giornate, è bene dare un'occhiata al Reaching Critical Will's Nuclear Ban Daily (si vada su: https://reachingcriticalwill.org/disarmament-fora/nuclear-weapon-ban/1msp/reports). Oppure, per un riepilogo video, è possibile vedere MSP-TV (si vada su: https://vienna.icanw.org/live).

L'ordine del giorno della conferenza, approvato ieri, dà bene l'idea dei problemi in discussione e quindi del suo scopo.

Ogni mattina alle 9:00 ICAN riunisce i delegati della società civile per concordare le mosse e gli interventi da portare avanti nel corso dei lavori della conferenza.

Stamattina sono di particolare interesse gli interventi dei Paesi NATO e neutrali presenti come "osservatori".

Il punto distintivo dell'intervento, per conto del governo tedesco, dell'ambasciatore Bohn, rispetto agli USA e alle altre potenze nucleari è però il riconoscimento di un possibile contributo positivo da parte del TPNW, che la NATO esclude.

"Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari vieta, tra le altre cose, il dispiegamento, il possesso e il transito, lo stoccaggio e lo stazionamento di armi nucleari.

Questi ampi divieti creano un conflitto di interessi tra il TPNW e le responsabilità che gli alleati NATO hanno assunto. Per questo motivo né la Germania né altri membri NATO hanno aderito al TPNW.

Tuttavia, il governo federale condivide la preoccupazione degli Stati parti del TPNW per la mancanza di progressi nel settore del disarmo nucleare".

Bohn conferma che il governo federale, (in dissonanza con le posizioni ufficiali della NATO, questo lo sottolinea il sottoscritto), "proseguirà il dialogo con gli Stati parti del TPNW sulla questione di come si possano compiere ulteriori progressi in materia di disarmo nucleare nell'attuale contesto di sicurezza".

Gira e rigira, tutto l'ordine (o il disordine, forse è un termine più acconcio per descrivere la situazione) nucleare internazionale in via di evoluzione, ruota intorno al nodo della possibile complementarietà del rapporto tra TPNW e TNP. Che significa che i due sistemi giuridici (e magari in futuro) organizzativi sono "complementari"?

Una risposta tenta di darla una proposta, elaborata da Irlanda e Tailandia, per rendere compatibili e complementari TNP e TPNW alla luce della implementazione (e dell'allargamento ad altri Stati, inclusi gli Stati NATO) del secondo.

Questo documento parte dalla premessa che: "In assenza di un quadro giuridicamente vincolante e vista la lentezza ritmo di attuazione degli impegni concordati in materia di disarmo del TNP, i negoziati e l'adozione del Trattato di proibizione sono uno sforzo da parte degli Stati non dotati di armi nucleari di progredire verso la piena attuazione dell'articolo VI del Trattato di non proliferazione. Questo è, dopotutto, un obbligo per tutti gli Stati parti del Trattato di non proliferazione.
Lungi dall'intaccare il Trattato di non proliferazione, l'insieme completo di divieti previsti dal Trattato di proibizione danno concreta espressione al “misure efficaci” per il disarmo nucleare previste nel Trattato di Non Proliferazione".

Da questa premessa nascono le raccomandazioni di Irlanda e Tailandia, in realtà facilitatori di un dibattito collettivo, alla Conferenza degli Stati parti del TPNW.

A questo punto possiamo porre una domanda: se riteniamo compatibile e complementare il TPNW con il TNP, perché non lo dovrebbero essere altrettanto la campagna ICAN e la campagna per il NO first use?

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Alla conferenza di Vienna, prima parte denominata "Segmento di Alto Livello", si susseguono le dichiarazioni degli Stati (alla fine del dibattito generale se ne conteranno 70) e gli interventi della società civile. Queste dichiarazioni sono tutte del medesimo tenore. Si concentrano sulla crescente necessità di questo trattato come risposta alle minacce di utilizzare armi nucleari ed evidenziano il loro apprezzamento per i nuovi stati parti del TPNW: le ultime adesioni portano i ratificanti da 62 a 65.

L'agenda ufficiale dell'incontro - l'elezione del Presidente (l'ambasciatore austriaco Kmentt), l'ordine del giorno, il regolamento interno e l'elenco delle ONG non accreditate ECOSOC (i Disarmisti esigenti sono tra queste) si sono svolte senza problemi.

Per quanto riguarda la società civile, ecco alcune aggiunte rispetto a quanto resocontato ieri.  Etica Responsible Investments ha rilasciato una dichiarazione a nome di 37 investitori, che rappresentano 230 miliardi di euro di asset in gestione. Sono intervenuti i sindaci di Hiroshima e Nagasaki, così come Merle Spellerberg, membro del Bundestag tedesco, quando ha presentato i parlamentari per il TPNW e l'esito della loro discussione.

Va tenuto presente che  tutti i paesi possono partecipare alla riunione fino alla chiusura, quindi non l'invito proveniente dalla dirigenza ICAN è quello di non smettere di spingere affinché i governi refrattari si presentino anche all'ultimo minuto. Ma per l'Italia con Draghi e Di Maio, questo sforzo francamente pare fatica sprecata!  Non c'è il coraggio di venire a chiarire la propria posizione davanti alla comunità internazionale, a differenza di Germania, Belgio e Paesi Bassi, altri Paesi NATO. E Paesi della condivisione nucleare NATO.

Sembrano lontani i tempi in cui, nel 2017, sia il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che il sottosegretario Manlio Di Stefano, allora entrambi all'opposizione, misero le loro firme, insieme ad altri 244 parlamentari, un record a livello mondiale,

“C’è rammarico per la decisione presa dal governo che perde l’occasione di poter discutere al tavolo, con rappresentanti di Paesi e società civile provenienti da tutto il mondo, il tema del disarmo nucleare reso sempre più urgente dal conflitto in Ucraina" sottolineano Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica.

Francesco Vignarca e Daniele Santi sono anche essi tra i delegati ICAN che circolano nelle sale dell'Austria Centre, building M, lo stesso della IAEA.

La dichiarazione di "Etica Responsable Investiment" è rinvenibile al seguente link:

https://divest.icanw.org/investors_address_1msp

Al seguente link si dà notizia del lancio dei "Parlamentari per il TPNW"

https://www.icanw.org/parliamentarians_for_tpnw_launched

Oltre al modesto diario che propone il sottoscritto, per un resoconto completo delle giornate, è bene dare un'occhiata al Reaching Critical Will's Nuclear Ban Daily (si vada su: https://reachingcriticalwill.org/disarmament-fora/nuclear-weapon-ban/1msp/reports ). Oppure, per un riepilogo video, è possibile vedere MSP-TV (si vada su: https://vienna.icanw.org/live).

Andiamo ora sull'ordine del giorno della conferenza, approvato ieri, che dà bene l'idea dei problemi in discussione e quindi del suo scopo.

1. Apertura della Riunione.
2. Elezione degli incarichi ufficiali:
(a) Elezione del Presidente;
(b) Elezione di altri funzionari.
3. Introduzione del Presidente.
4. Sessione di apertura ad alto livello: discorso del Segretario generale delle Nazioni Unite e indirizzi di funzionari di alto livello.
5. Adozione dell'ordine del giorno.
6. Adozione del regolamento interno.
7. Conferma del Segretario Generale dell'Assemblea.
8. Organizzazione del lavoro.
9. Credenziali dei rappresentanti all'Assemblea:
(a) Nomina dei membri del Comitato Credenziali;
(b) Relazione del Comitato delle Credenziali.
10. Scambio di opinioni generale.
11. Esame dello status e del funzionamento del Trattato e di altre questioni
importanti per il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità del trattato:
(a) Dichiarazioni riguardanti la proprietà, il possesso o il controllo delle armi nucleari (articolo 2);
(b) Universalità (articolo 12);
(c) Termini per la rimozione dallo stato operativo e la distruzione di armi nucleari e altri ordigni esplosivi nucleari e la loro rimozione dai territori nazionali (articolo 4);
(d) Autorità internazionale competente, compresa la verifica (articolo 4);
(e) Assistenza alle vittime, bonifiche ambientali e internazionali cooperazione e assistenza (articoli 6 e 7);

(f) Misure nazionali di attuazione (articolo 5);
(g) Altre questioni importanti per il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità del
Trattato, come ad esempio:
io. Istituzionalizzare la consulenza scientifica e tecnica per l'efficace attuazione del Trattato;
ii. Struttura intersessione per l'attuazione del Trattato;
iii. Complementarietà del TPNW  con l'esistente regime di disarmo e non proliferazione.
12. Questioni finanziarie.
13. Preparativi per la seconda Riunione degli Stati Parte.
14. Altre questioni.
15. Esame e adozione del documento finale dell'Assemblea.
16. Chiusura dell'Assemblea

Ogni mattina alle 9:00 ICAN riunisce i delegati della società civile per concordare le mosse e gli interventi da portare avanti nel corso dei lavori della conferenza.

Stamattina sono di particolare interesse gli interventi dei Paesi NATO e neutrali presenti come "osservatori". I Paesi NATO che hanno preso la parola hanno rafforzato la loro condanna della minaccia russa di utilizzare armi nucleari durante l'aggressione militare dell'Ucraina.

Susy Snyder del board di ICAN osserva con una qualche ironia:

"È sempre bello vedere gli Stati (soprattutto quelli con armi nucleari nelle proprie politiche di sicurezza o sul proprio territorio) parlare dell'irresponsabilità e del pericolo in cui si trova il mondo quando un paese minaccia di usare armi nucleari. In modo schiacciante, gli stati osservatori si sono finora impegnati in modo costruttivo nelle discussioni, cercando modi per sostenere i principi umanitari nel trattato, compresa l'assistenza alle vittime e il risanamento ambientale, e suggerendo che questi temi dovrebbero essere trasferiti anche al TNP".

L'ambasciatore di Germania Rüdiger Bohn è intervenuto a Vienna  ribadendo che l'obiettivo di Berlino rimane "un mondo libero dalle armi nucleari". E fino a qui siamo nella normale retorica NATO, cui si conformano tutti gli Stati membri dell'Alleanza. Bohn ha ribadito che, nonostante l'aggressione russa dell'Ucraina, "sono necessarie deterrenza e difesa credibili per salvaguardare la nostra sicurezza in Europa", allo stesso tempo, "il governo federale è impegnato nell'obiettivo di un mondo senza armi nucleari e quindi anche una Germania senza armi nucleari". Sulla via verso questo obiettivo la Germania e tutta la comunità degli Stati avrebbero "urgente bisogno di un nuovo slancio per il disarmo nucleare. Il governo federale intende assumere un ruolo guida in questo settore".

Bohn ha sottolineato, come fanno tutti i membri NATO, che il pilastro su cui costruire il disarmo resta sempre il TNP.

"Per la Germania, il quadro centrale per l'azione nel campo del disarmo nucleare e della non proliferazione rimane il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), a cui hanno aderito quasi tutti i paesi del mondo. Nel contesto dell'iniziativa di Stoccolma, la Germania, in collaborazione con i partner, ha sviluppato proposte concrete per rafforzare il TNP e quindi ha aperto un modo per rendere il mondo più sicuro dalle armi nucleari".

Il punto distintivo rispetto agli USA e alle altre potenze nucleari è però il riconoscimento di un possibile contributo positivo da parte del TPNW, che la NATO esclude.

"Un altro forum di scambio sull' obiettivo comune di un mondo più sicuro dalle armi nucleari è l'incontro degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), cui ora la Germania sta presenziando in qualità di Stato osservatore.  

Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari vieta, tra le altre cose, il dispiegamento, il possesso e il transito, lo stoccaggio e lo stazionamento di armi nucleari.

Questi ampi divieti creano un conflitto di interessi tra il TPNW e le responsabilità che gli alleati NATO hanno assunto. Per questo motivo né la Germania né altri membri NATO hanno aderito al TPNW.

Tuttavia, il governo federale condivide la preoccupazione degli Stati parti del TPNW per la mancanza di progressi nel settore del disarmo nucleare".

Bohn conferma che il governo federale, (in dissonanza con le posizioni ufficiali della NATO, questo lo sottolinea il sottoscritto),  "proseguirà il dialogo con gli Stati parti del TPNW sulla questione di come si possano compiere ulteriori progressi in materia di disarmo nucleare nell'attuale contesto di sicurezza".

L'ordine del giorno è continuato, con una discussione su modi e mezzi per convincere altri a partecipare al trattato, la strada considerata da ICAN verso l'universalizzazione. Indonesia e Costa Rica hanno fatto riferimento al working paper presentato a questa conferenza. Stati come la Malesia, che sono pronti a collaborare con il CICR, i Centri regionali per il disarmo delle Nazioni Unite e altri e terranno in seguito una tavola rotonda regionale sull'universalizzazione quest'anno.

Più tardi nel pomeriggio sono stati discussi gli articoli 6 e 7 del trattato sul risanamento ambientale e l'assistenza alle vittime. Guardando il piano a lungo termine per questi problemi. Gli interventi di Léna Normand e Hinemouera Cross dell'Associazione 193 (Polinesia francese) hanno fatto esplodere nella sala un fragoroso applauso e il presidente li ha ringraziati non solo per il loro intervento, ma per aver testimoniato gli orribili impatti a lungo termine delle armi nucleari su la loro patria e la loro salute.

Per illustrare questi impatti dei test e le comunità di resistenza in tutto il mondo, ICAN ha lanciato una mappa dei test nucleari per aiutare le persone a conoscere i test nucleari, le comunità colpite e l'attivismo per la giustizia.

La sessione si è conclusa con qualche minuto di anticipo e domani la bozza di dichiarazione sarà fatta circolare per la discussione e (incrociando le dita) l'adozione! Quando sarà bene messa a punto, ICAN farà circolare alcuni punti di discussione da utilizzare per la sensibilizzazione della stampa locale.

Ripensando all'intervento dell'ambasciatore tedesco, ecco quanto mi viene da osservare. Gira e rigira, tutto l'ordine (o il disordine, forse è un termine più acconcio per descrivere la situazione) nucleare internazionale in via di evoluzione, ruota intorno al nodo della possibile complementarietà del rapporto tra TPNW e TNP. Che significa che i due sistemi giuridici (e magari in futuro) organizzativi sono "complementari"?

Nel preambolo del TNPW troviamo riaffermato che "esiste l'obbligo di perseguire in buona fede e concludere negoziati che conducano al disarmo nucleare in tutti i suoi aspetti sotto un controllo internazionale rigoroso ed efficace". E ribadito inoltre che "l'attuazione completa ed efficace del Trattato di NonProliferazione delle armi nucleari, che costituisce la pietra angolare del disarmo nucleare e del regime di non proliferazione, ha un ruolo fondamentale per promuovere la pace e la sicurezza internazionali".

Quindi per lo stesso TPNW la pietra angolare del disarmo nucleare è il TNP. Esiste poi uno specifico articolo 18 dedicato ai rapporti con gli altri accordi che recita:

"L'attuazione del presente Trattato non pregiudica gli obblighi assunti dagli Stati Parti per quanto riguarda gli accordi internazionali esistenti di cui sono parte, laddove tali obblighi siano coerenti con il trattato".

L'articolo 4 del TNPW è strategico perché intitolato e indirizzato "Verso la totale eliminazione delle armi nucleari". L'articolo in questione recita che "Ciascuno Stato Parte che dopo il 7 luglio 2017 abbia detenuto, posseduto o controllato armi nucleari o altri dispositivi esplosivi nucleari e abbia eliminato il programma relativo alle armi nucleari, compresa l'eliminazione o la conversione irreversibile di tutte le strutture correlate alle armi nucleari prima dell'entrata in vigore di questo Trattato per tale Stato Parte, coopererà con l'autorità internazionale competente designata ai sensi del paragrafo 6 del presente articolo per verificare l'eliminazione irreversibile del proprio programma relativo alle armi nucleari". (...)

Al secondo comma troviamo scritto che : "Ciascuno Stato Parte che, in deroga all'articolo 1, lettera a), detiene, possiede o controlla qualsiasi arma nucleare o altri dispositivi esplosivi nucleari, deve immediatamente rimuoverli dallo stato operativo e distruggerli non appena possibile, ma non oltre un termine da determinare durante la prima Riunione degli Stati Parte, in conformità a un piano giuridicamente vincolante e con scadenza per l'eliminazione verificata e irreversibile del programma sulle armi nucleari di tale Stato Parte, compresa l'eliminazione o la conversione irreversibile di tutte le strutture connesse con le armi nucleari". (...)

Al comma tre leggiamo: "Uno Stato Parte cui si applica il paragrafo 2, deve concludere un accordo di salvaguardia con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica sufficiente a fornire garanzia credibile della non deviazione del materiale nucleare dichiarato da attività nucleari pacifiche, e dell'assenza di materiale nucleare o attività non dichiarate nello Stato nel suo complesso". (...)

Abbiamo una proposta, elaborata da Irlanda e Tailandia, per rendere compatibili e complementari TNP e TPNW alla luce della implementazione (e dell'allargamento ad altri Stati, inclusi gli Stati NATO) del secondo.

Questo documento parte dalla premessa che: "In assenza di un quadro  giuridicamente vincolante e vista la lentezza ritmo di attuazione degli impegni concordati in materia di disarmo del TNP, i negoziati e l'adozione del Trattato di proibizione sono uno sforzo da parte degli Stati non dotati di armi nucleari di progredire verso la piena attuazione dell'articolo VI del Trattato di non proliferazione. Questo è, dopo tutto, un obbligo per tutti gli Stati parti del Trattato di non proliferazione.
Lungi dall'intaccare il Trattato di non proliferazione, l'insieme completo di
i divieti previsti dal Trattato di proibizione danno concreta espressione al
“misure efficaci” per il disarmo nucleare previste nel Trattato di Non Proliferazione".
La conclusione è quindi che "le disposizioni del Trattato di proibizione sono pienamente coerenti con e complementari al Trattato di non proliferazione" e questo punto è stato sempre sottolineato dagli Stati aderenti al TNPW nelle sessioni di revisione del TNP.  Questo sarebbe motivato dal fatto che "inquadrando le armi nucleari attraverso il Trattato di proibizione, i suoi Stati parti hanno creato un quadro giuridico che può aiutare ad attuare l'articolo VI del Trattato di non proliferazione e raggiungere un mondo libero dalle armi nucleari – un obiettivo che tutti Gli Stati parti del Trattato di non proliferazione, compresi gli Stati dotati di armi nucleari, hanno pubblicamente dichiarato come loro obiettivo. Il Trattato di proibizione sostiene anche il obiettivi di non proliferazione del Trattato di non proliferazione. Attraverso il suo focus sulle conseguenze umanitarie e i rischi inerenti alle armi nucleari, il bando serve a sottolineare e rafforzare il tabù contro l'acquisizione delle armi nucleari".

Da questa premessa nascono le raccomandazioni di Irlanda e Tailandia, in realtà facilitatori di un dibattito collettivo, alla Conferenza degli Stati parti del TPNW, che di seguito riportiamo.

"La complementarità tra Trattato di proibizione e non proliferazione Trattato è già accettata dagli Stati parti del Trattato di proibizione. Tuttavia, il continuare a sottolineare e sensibilizzare rispetto a questa complementarietà tra gli Stati non parti, in maniera fattuale, potrebbe aiutare a perseguire gli obiettivi universalizzazione ai sensi dell'articolo 12 del Trattato di proibizione. In questa  prospettiva, dovrebbe essere data considerazione alle seguenti eventuali raccomandazioni per la prima Riunione di Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari:
(a) Gli Stati parti potrebbero, come parte dei documenti finali del loro primo
meeting, includere un linguaggio specifico per riconoscere la compatibilità di, e
complementarità tra il Trattato di proibizione e il Trattato di non proliferazione;
(b) I documenti finali della conferenza potrebbero anche riconoscere che il futuro lavoro del Trattato di proibizione, compresa la designazione del autorità internazionale competente, dovrebbero essere condotte in modo da basarsi sulla complementarità esistente con l'attuale disarmo nucleare e regime di non proliferazione;
(c) Gli Stati parti del Trattato di proibizione sono incoraggiati a sottolineare il
complementarità del trattato con il disarmo e la non proliferazione esistenti, anche alle riunioni preparatorie della conferenza e le Conferenze di Riesame delle Parti del Trattato di Non Proliferazione, e con iniziative e raggruppamenti pertinenti relativi al disarmo nucleare;
(d) La prima Riunione degli Stati Parte al Trattato di Proibizione dovrebbe
prendere in considerazione la nomina di un facilitatore informale per esplorare ulteriormente e articolare i possibili ambiti di tangibile cooperazione tra il Trattato di Divieto e il Trattato di non proliferazione durante il periodo interesessionale;
(e) Il Trattato di proibizione dovrebbe cooperare con altri organismi internazionali,
come l'AIEA e la Commissione preparatoria per l'Organizzazione del Trattato per la messa al bando globale degli esperimenti nucleari, al fine di rafforzare la cooperazione, anche nei settori dei controlli e delle verifiche nucleari. Tale cooperazione dovrebbe rafforzare il complementarità tra il Trattato di Divieto, il Trattato di Non Proliferazione e l'articolo del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari;
(f) Gli Stati parti del Trattato di proibizione dovrebbero continuare a collaborare
su progetti di sensibilizzazione al fine di sensibilizzare non solo i Governi, ma
anche tra la società civile, il mondo accademico, i parlamentari e il pubblico in generale, compresi organizzazioni giovanili, per evidenziare la complementarità tra il Trattato di proibizione e l'attuale regime di disarmo e non proliferazione, compresi i trattati sulle  zone libere da armi nucleari".

A questo punto possiamo porre una domanda: se, in ambito pacifista e "proibizionista" (in riferimento all'abolizione delle armi nucleari), riteniamo compatibile il TPNW con il TNP, perché non lo dovrebbero essere altrettanto la campagna ICAN e la campagna per il NO first use?

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Martedì 21 giugno 2022 - quarta puntata del Diario da Vienna a cura di Alfonso Navarra

INIZIA A VIENNA LA CONFERENZA DI REVISIONE DEL TRATTATO DI PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

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Oggi, alle ore 10:00, è stata inaugurata dal presidente austriaco- l'Ambasciatore Alexander Kmentt, ministro degli esteri in carica - la prima riunione degli Stati Parti (MSP) del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW).

Ci sono all'Austria Center (settore M, nello stesso edificio che ospita l'IAEA, l'agenzia per l'energia atomica), parlamentari (ho intravisto Laura Boldrini), sostenitori, esperti di politica, attivisti, creativi, funzionari delle Nazioni Unite e molti altri partecipanti della società civile e dei governi. Decisivo il ruolo di ICAN che con Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Rete, ha preso la parola subito dopo il segretario generale dell'ONU Guterres ed il presidente della Croce Rossa, Peter Mauer. L'intervento di Beatrice: "L'adozione di questo TNPW è frutto del ruolo chiave della società civile. Lavoreremo con i governi per implementare e universalizzare il Trattato" è stato concordato in una assemblea mattutina di ICAN che si è svolta alle ore 9:00.

I quattro interventi iniziali hanno inaugurato quello che è denominato l'"High-Level Segment" di 1MSP (la sigla di questa conferenza ONU).

Sono lì, ad 1 MSP, tutte le persone e gli attivisti che hanno riempito l'aula, tra le quali la nostra delegazione di Disarmisti esigenti e WILPF Italia, per discutere i progressi del trattato, lo stato del disarmo e della non proliferazione e pianificare il futuro dell'abolizione giuridica che deve evolvere in eliminazione effettiva degli ordigni.

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In questa importante conferenza, gli Stati parti discuteranno le azioni necessarie per attuare gli obblighi previsti dal Trattato, comprese le azioni volte ad assistere le vittime dell'uso e dei test di armi nucleari, a risanare gli ambienti contaminati e soprattutto ad universalizzare il Trattato.

In questo senso, ad avviso dello scrivente, il vero nodo è se l'incontro coglierà il problema di una maggiore flessibilità in entrata del TPNW (era la proposta del nostro working paper che non siamo riusciti a pubblicare per motivi formali) e riuscirà a fissare una scadenza per l'eliminazione delle armi nucleari per gli Stati dotati di armi atomiche che decidessero di aderire al Trattato.

Nel momento in cui scrivo, sono in corso numerosi interventi, che alternano i delegati degli Stati ed esponenti della società civile. Quale esempio di un discorso svolto dalla seconda categoria di partecipanti, riporto sotto l' intervento del presidente del CICR, Peter Mauer.

Lo ritengo molto interessante perché batte sul punto che ritengo cruciale: trovare un modo di impattare sul Trattato di non proliferazione esplorando la complementarietà dei due strumenti, TNP e TPNW.

La posizione dei disarmisti esigenti è che il TPNW deve essere riconosciuto in sede di TNP come una forma di attuazione dell'articolo VI di questo ultimo; quindi bisogna andare ben oltre il terreno proposto dalla Croce Rossa, cioè "la fornitura di assistenza alle vittime e la bonifica dell'ambiente naturale influenzato dall'uso o dalla sperimentazione di armi nucleari"...

Per questo riconoscimento da parte del TNP occorrerebbe, per una parte, la volontà di procurarselo; per l'altra, che gli Stati non nucleari battessero le scarpe sui tavoli del TNP per ottenere quel rispetto dalle potenze nucleari che ancora non è loro accordato. Almeno così mi sembra. Ma voi che leggete, cosa ne dite?

Per ulteriori informazioni sulla prima riunione degli Stati parte, tornerò con una altra nota stasera; e comunque un consiglio è consultare il sito web della conferenza

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Peter Maurer: "La continua esistenza di armi nucleari è una delle più grandi minacce per l'umanità" | CICR (icrc.org)

Prima riunione degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

Vienna, 21 – 23 giugno 2022

Eccellenze, Signore e Signori,

Oggi è un momento storico.

Ci siamo riuniti qui per mettere in atto il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) e per plasmare il futuro del disarmo nucleare.

Un decennio fa, questo poteva sembrare illusorio. Oggi, una proibizione globale, inequivocabile e completa delle armi nucleari – le armi più catastrofiche mai create – è una realtà.

Dobbiamo questa realtà agli sforzi instancabili di molti:

  • Gli Stati, che con convinzione e determinazione, hanno preso iniziative per portare avanti negoziati multilaterali significativi, sapendo che, a causa della vastità dell'impatto catastrofico delle armi nucleari, le preoccupazioni umanitarie dovevano venire prima di tutto.
  • Società Nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, che, insieme al CICR, non hanno cessato di chiedere l'abolizione delle armi nucleari da quando le prime bombe atomiche sono state fatte esplodere a Hiroshima e Nagasaki.
  • Organizzazioni della società civile audaci e ambiziose, che nel corso degli anni hanno contribuito a costruire l'impulso e lo slancio che hanno portato all'adozione del TPNW.
  • E il coraggio incrollabile e la speranza dei sopravvissuti all'uso e ai test delle armi nucleari, che hanno guidato i nostri sforzi fin dall'inizio e che non smettono mai di ispirarci. Dobbiamo loro questo trattato.

La continua esistenza di armi nucleari è una delle più grandi minacce per l'umanità. Il loro uso avrebbe conseguenze umanitarie catastrofiche, in grado di mettere in pericolo la sopravvivenza stessa del nostro pianeta. I rischi di tale uso sono in crescita, sia in termini di probabilità che di entità degli effetti.

In un momento in cui, sullo sfondo del conflitto in Ucraina, le teorie della deterrenza nucleare sembrano riacquistare vigore e apparente legittimità, è fondamentale rifocalizzare il dibattito su ciò che un uso di armi nucleari – anche una cosiddetta arma nucleare "tattica" a basso rendimento – significherebbe per civili e combattenti, e per l'ambiente naturale da cui tutti dipendiamo.

Se un'arma nucleare dovesse esplodere all'interno o nei pressi di un'area popolata, nessuno Stato o organismo internazionale potrebbe affrontare adeguatamente l'emergenza umanitaria immediata né le conseguenze a lungo termine, né fornire assistenza sufficiente alle vittime.

Perché è così importante concentrarsi sulle conseguenze delle armi nucleari? Perché sono il punto di riferimento rispetto al quale deve essere giudicata l'accettabilità morale, etica e legale di un'arma e devono essere valutate le teorie della deterrenza.

Infatti, mentre lo scopo dichiarato della deterrenza nucleare è quello di mantenere la sicurezza nazionale e regionale, l'esistenza di armi nucleari pone gravi rischi per la sicurezza umana – tra cui la salute individuale e collettiva, il benessere, la sicurezza ambientale e alimentare, così come il clima.

Sono le catastrofiche conseguenze umanitarie delle armi nucleari – sulla salute umana, sull'ambiente, sulle generazioni future – che rendono queste armi disumane, immorali e – dall'entrata in vigore del TPNW – anche illegali secondo il diritto internazionale convenzionale.

Alla luce di queste conseguenze, secondo il CICR, è estremamente dubbio che le armi nucleari possano mai essere utilizzate in conformità con le regole e i principi del DIU.

Inoltre, qualsiasi uso di armi nucleari sarebbe ripugnante per i principi dell'umanità e i dettami della coscienza pubblica. Qualsiasi minaccia di usare armi nucleari è, secondo il CICR, altrettanto ripugnante, perché implica la possibilità di utilizzarle effettivamente.

Il disarmo nucleare è un imperativo umanitario e legale urgente.

La proibizione globale delle armi nucleari mediante il TPNW è un passo cruciale verso la loro eliminazione, che è una responsabilità vitale della comunità internazionale nel suo complesso. In attesa di ciò, è necessario adottare con urgenza misure efficaci di riduzione dei rischi. Questa è in primo luogo la responsabilità degli Stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati.

Eccellenze, Signore e Signori,

Ora è il momento non delle parole, ma dei fatti.

La prima riunione degli Stati parti è una pietra miliare importante per il successo del trattato. Stabilirà un quadro per l'effettiva attuazione e la progressiva universalizzazione del TPNW e sottolineerà il significativo valore aggiunto del trattato all'interno della più ampia architettura di disarmo nucleare e non proliferazione. Invierà un chiaro segnale che il trattato è uno strumento credibile in grado di avere un impatto reale.

A tal fine, è importante trovare un equilibrio tra ambizione e realismo.

Il CICR ha presentato un documento di lavoro con raccomandazioni concrete agli Stati Parti sull'attuazione del trattato e sull'esito di questo incontro, che vi incoraggio vivamente a considerare.

Anche la cooperazione e l'assistenza con gli Stati al di fuori del TPNW possono contribuire in modo significativo all'effettiva attuazione del trattato. È pertanto importante sviluppare sinergie, anche nel contesto del trattato di non proliferazione, ed esplorare la complementarità dei due strumenti, in particolare per quanto riguarda la fornitura di assistenza alle vittime e la bonifica dell'ambiente naturale influenzato dall'uso o dalla sperimentazione di armi nucleari.

Il CICR, e il più ampio Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, continueranno a lavorare instancabilmente per rafforzare l'adesione al TPNW e la sua attuazione, e per promuovere il disarmo nucleare, fino a quando l'obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari diventerà realtà.

Vi auguro un incontro di grande successo.

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LA RIUNIONE PARALLELA DI YOUTH FOR TNPW

Sempre oggi 21 giugno all'Austria Centre si tiene il primo MSP giovanile che si affianca  al meeting principale degli Stati sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari: per una giornata di workshop, conferenze, advocacy e pianificazione per il futuro.

La Youth MSP riunisce più di 130 giovani provenienti da tutto il mondo con la passione per il disarmo nucleare e la non proliferazione. I delegati di Youth for TPNW portano esperienza in advocacy, politica, creatività, campagne, legge e tanti altri campi.

Info al link: https://youthfortpnw.net/youthmsp2022/

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Risorse importanti relative a 1MSP sul sito ufficiale delle Nazioni Unite

Trattato sulla proibizione delle armi nucleari – Riunione degli Stati parti

Documenti

Note informative

TPNW/MSP/2022/INF/1 Informazioni per gli Stati parti, gli Stati osservatori e le organizzazioni intergovernative
TPNW/MSP/2022/INF/1/Rev.1 Informazioni per gli Stati parti, gli Stati osservatori e le organizzazioni intergovernative
TPNW/MSP/2022/INF/2 Informazioni per la partecipazione delle organizzazioni non governative
TPNW/MSP/2022/INF/2/Rev.1 Informazioni per la partecipazione delle organizzazioni non governative
TPNW/MSP/2022/INF/3 Progetto di programma di lavoro

Documenti ufficiali

TPNW/MSP/2022/1 Ordine del giorno provvisorio
TPNW/MSP/2022/2 Rapporto finanziario (avanzato inedito)
TPNW/MSP/2022/L.1 Regolamento interno provvisorio

Documenti di lavoro

TPNW/MSP/2022/WP.1 Designazione di un'autorità/autorità internazionali competenti: documento di lavoro presentato dai co-facilitatori, Brasile e Messico
TPNW/MSP/2022/WP.2 Rendere operative le disposizioni di genere del Trattato sulla
proibizione delle armi nucleari: documento di lavoro presentato da Cile, Irlanda, Messico e dall'Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo
TPNW/MSP/2022/WP.3 Complementarità con l'attuale regime di disarmo e non proliferazione: documento di lavoro presentato da Irlanda e Thailandia in qualità di co-facilitatori
TPNW/MSP/2022/WP.4 Documento di lavoro presentato dal Comitato Internazionale della Croce Rossa
TPNW/MSP/2022/WP.5 Attuazione degli articoli 6 e 7: documento di lavoro presentato da Kazakistan e Kiribati in qualità di co-facilitatori
TPNW/MSP/2022/WP.6 Istituzionalizzazione della consulenza scientifica e tecnica per l'effettiva attuazione del trattato sulla proibizione delle armi nucleari: documento di lavoro presentato dal Presidente designato
TPNW/MSP/2022/WP.7 Attuazione dell'articolo 12 del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari: universalizzazione: documento di lavoro presentato dai co-facilitatori, Austria, Costa Rica e Indonesia
TPNW/MSP/2022/WP.8 Struttura intersessionale per l'attuazione del trattato: documento di lavoro presentato dal Presidente designato

Documenti per sale conferenze

TPNW/MSP/2022/CRP.1-4 Questi documenti della sala conferenze non sono stati resi disponibili pubblicamente.
TPNW/MSP/2022/CRP.5 Bozza di elenco dei partecipanti

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DAL SITO UFFICIALE DELLA CONFERENZA

Presidente designato della prima riunione di revisione del TPNW

Alexander Kmentt è direttore del Dipartimento per il disarmo, il controllo degli armamenti e la non proliferazione del ministero degli Esteri austriaco e presidente della prima riunione degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) del giugno 2022.

Dal 2016 al 2019, Alexander Kmentt è stato ambasciatore e rappresentante permanente presso il Comitato politico e di sicurezza dell'UE. Ha lavorato a lungo sulle questioni del disarmo, anche alla Conferenza sul disarmo e al CTBTO di Vienna. È uno degli architetti dell'iniziativa sull'impatto umanitario delle armi nucleari e del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). È stato responsabile della Conferenza di Vienna del 2014 sull'impatto umanitario delle armi nucleari per la quale ha ideato l'Impegno umanitario. Questo impegno ha raccolto il sostegno di 135 Stati e ha spianato la strada ai TPNW del 2017.

Durante un anno sabbatico nel 2019-20 come Senior Research Fellow presso il King's College di Londra, ha scritto il libro The Treaty Prohibiting Nuclear Weapons: How it was achieved and why it matters (Routledge 2020). È stato eletto "Persona per il controllo delle armi dell'anno 2014" dalla Arms Control Association con sede negli Stati Uniti. Alexander Kmentt ha conseguito una laurea in giurisprudenza austriaca e un MPhil in Relazioni Internazionali presso l'Università di Cambridge (Regno Unito).

Da questo link si ottiene la panoramica della conferenza sul TPNW:

Presidente designato - Luogo delle riunioni dell'UNODA

La panoramica è divisa nelle seguenti sezioni:

Documenti
Dichiarazioni
Informazioni sulla partecipazione
Informazione per la società civile
Media
Eventi collaterali
Mostre
Webcasting

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Lunedì 20 giugno 2022 - terza puntata del Diario da Vienna a cura di Alfonso Navarra

LA CONFERENZA SCIENTIFICA DI VIENNA SULL'IMPATTO UMANITARIO DELLE ARMI NUCLEARI DENUNCIA CHE LA DETERRENZA E' UNA MINACCIA PER TUTTA LA VITA TERRESTRE

La NUCLEAR BAN WEEK di Vienna è arrivata a metà del suo percorso, al terzo giorno, e si avvicina al suo culmine: la revisione del Trattato di proibizione delle armi nucleari operata dagli Stati parte denominata con sigla 1MSP.

Oggi si è svolta, come da programma, all'Austria Center, la Conferenza scientifica sull'impatto umanitario delle armi nucleari (in sigla: HINW22Vienna), organizzata dal governo austriaco.

Basandosi sulle precedenti conferenze di Oslo (marzo 2013), Nayarit (febbraio 2014) e Vienna (dicembre 2014) , l'HINW22Vienna ha fatto il punto sui risultati chiave di queste conferenze, e ha presenterà nuove ricerche nelle sue tre sessioni di lavoro:

  1. Fatti chiave su conseguenze e rischi umanitari  delle armi nucleari;
  2. impatto delle armi nucleari sulla gente e sul pianeta
  3. i rischi della deterrenza nucleare.

Su basi scientifiche, da essa è provenuta una chiara e documentata denuncia: una "deterrenza" da considerare immorale e illegale ma in costante sviluppo quantitativo e di innovazione tecnologica, pur con una capacità di controllo sempre più a rischio, è un'urgenza globale che manifesta le armi nucleari quali una minaccia per la vita umana e per tutta la vita terrestre.

Ricercatori come Mary Olson hanno parlato del fatto che le donne hanno il doppio delle probabilità degli uomini di sviluppare il cancro a causa dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti. Moritz Kütt è stato preciso nel ricordare a tutti che non esiste una piccola arma nucleare e Michael Mills ha fornito una visione aggiornata sull'impatto climatico dell'uso delle armi nucleari.

Nella terza sessione possiamo considerare di particolare importanza gli interventi svolti dagli scienziati Hans Kristensen e Zia Mian. Quest'ultimo propone una complessità dell'approccio (l'arma nucleare è la punta dell'iceberg di un "sistema violento") sulla quale i Disarmisti esigenti sono particolarmente sensibili.

La sintesi finale del presidente della Conferenza si trova al seguente link:

https://www.bmeia.gv.at/fileadmin/user_upload/Zentrale/Aussenpolitik/Abruestung/HINW22/Chair_Summary.pdf

Ecco un estratto dei suoi punti chiave:

È impossibile affrontare adeguatamente l'immediata emergenza umanitaria e le conseguenze a lungo termine della esplosione di  armi nucleari. Ciò per cui non possiamo prepararci, ciò a cui non possiamo rispondere, dobbiamo assolutamente fare in modo di prevenire.

L'inverno nucleare probabilmente colpirebbe l'intero globo anche dopo uno scambio nucleare regionale limitato e  provocherebbe il risultato drammatico
del calo della temperatura  e della luce solare bloccata per anni prima della carenza di cibo e della fame mortale in molte parti del mondo.

Mentre procediamo nella ricerca sull'impatto delle armi nucleari, apprendiamo che le detonazioni di armi nucleari sono più vaste, provocherebbero conseguenze globali e persistenti più a lungo di quanto potessimo pensare prima.

I test nucleari atmosferici, sebbene condotti decenni fa, sono responsabili di gravi effetti sulla salute e di una lunga durata della degradazione ambientale. Nuove analisi e tecniche possono consentire una migliore mappatura della contaminazione radioattiva globale, ed anche delle ricadute locali  con importanti implicazioni per le comunità colpite.

I rischi di scoppio di armi nucleari per incidente o errore, non autorizzato o intenzionale, hanno raggiunto un livello senza precedenti a causa delle politiche, delle strategie e delle ragioni tecnologiche.

La propagazione di un nucleare tattico più piccolo e meglio utilizzabile è sconcertante. Anche la detonazione di una singola cosiddetta piccola arma nucleare avrebbe effetti devastanti . Queste mininukes, inoltre, comportano un rischio molto elevato di escalation verso una guerra nucleare limitata o totale.

La minaccia dell'uso di armi nucleari dichiarata dai leader russi mostrano quanto sia reale questo rischio oggi e sottolinea la fragilità di un paradigma di sicurezza basato sulla Teoria della deterrenza nucleare. L'invasione russa dell'Ucraina sottolinea il fatto che le armi nucleari non prevengono grandi guerre, ma piuttosto incoraggiano gli stati dotati di armi nucleari a iniziare guerre.

La guerra tra stati armati nuclearmente non solo è possibile, ma è già successa più volte, ad es. nel Subcontinente indiano. Sappiamo che il conflitto nucleare non è un pericolo astratto, ma molto reale. Alla luce delle tensioni regionali e globali, esistono oggi diversi scenari plausibili in diversi parti del mondo per lo scatenamento di un conflitto nucleare.

Misure di riduzione del rischio sostanziali e non solo dichiarative sono certamente richieste a breve termine, ma solo  l'eliminazione delle armi nucleari offre una prevenzione efficace.

La teoria secondo cui la deterrenza nucleare può prevenire una guerra nucleare
è ulteriormente messa in dubbio dagli effetti del progresso tecnologico e dalla l'integrazione di nuove tecnologie nelle armi nucleari e nei sistemi e strutture decisionali  della deterrenza.

Entrambi i risultati sulle conseguenze umanitarie e sui rischi dell'uso e del possesso di armi nucleari sottolineano la necessità di mettere sempre  l'impatto umanitario catastrofico delle armi nucleari al centro del nostro lavoro fintanto che queste armi esistono. Perciò, questo approccio deve essere alla base di tutte le discussioni sulle armi nucleari.

Oggi dobbiamo registrare due fatti importanti:

1- gli Stati che hanno ratificato il TPNW raggiungono quota 65 dopo l'adesione di Capo Verde, Grenada, e Timor-Leste;

2 - agli osservatori di 1MSP si aggiungono Australia, Belgio e Olanda.

Durante la conferenza Patrizia Sterpetti, presidente di WILPF Italia, è riuscita a incontrare Sergio Monti, il rappresentante per l'Italia all'ONU di Vienna. Patrizia gli ha consegnato il libro sulla illegalità delle armi nucleari in Italia, lo studio IALANA commissionato da "Abbasso la guerra" e altre associazioni, tra le quali i Disarmisti esigenti. Ormai dovrebbe essere noto che il governo italiano ha deciso di presenziare solo all'incontro scientifico disertando invece quello politico-diplomatico che si aprirà, appunto, martedì 22 giugno.

Segnalo  questo link https://www.youtube.com/user/ICANinAction su cui è possibile vedere la registrazione dei principali eventi che si sono svolti durante il Forum delle ONG del 18-19 giugno.

Ricordo ancora che Il 18 e il 19 giugno abbiamo partecipato, la delegazione di Disarmisti esigenti e WILPF Italia, al Forum delle ONG organizzato da ICAN e il 19 sera alla conferenza "GIVE PEACE A CHANCE!" organizzata da ABFANG, IPB e WILPF http://abfang.org/peace-conference-vienna-june-19th/.

Che dire ancora? Bene, finalmente ci siamo. Inizia la prima Riunione degli Stati Parte del Trattato che bandisce le armi nucleari. Tutte le organizzazioni ICAN si aspettano che i governi che partecipano a questo incontro colgano l'opportunità per rispondere alle recenti minacce dell'uso di armi nucleari e all'aumento del rischio di conflitti nucleari.

Un consiglio per chi vuole dall'Italia la NUCLEAR BAN WEEK:  resta sintonizzato con gli aggiornamenti due volte al giorno su MSP-TV e vediamo cos'altro di positivo porterà questa settimana!

Questo il link:

https://vienna.icanw.org/msptv-by-ican?utm_campaign=3_ratifications_tpnw&utm_medium=email&utm_source=ican

 

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Domenica 19 giugno 2022 - seconda puntata del Diario a cura di Alfonso Navarra

SI CONCLUDE IL FORUM DI ICAN. PREVALE TRA I PARTECIPANTI IL SENSO DI AVERE IN TASCA IL VENTO IN POPPA DELLA STORIA. MA UNA MAGGIORE  CONSAPEVOLEZZA STRATEGICA NON GUASTEREBBE...

Buona Salute a tutt*, sono Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti, tra le organizzazioni membre in Italia della rete ICAN (International to Abolish Nuclear Weapons), insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace.

Da Vienna vi informo che abbiamo appena superato la prima tappa della "NUCLEAR BAN WEEK" con la due giorni del forum di ICAN. Le altre due tappe che stanno arrivando sono la conferenza scientifica del 20 giugno e gli Stati che si riuniscono per revisionare il Trattato di proibizione delle armi nucleari (in sigla: TPNW) dal 21 al 23 giugno (sigla della riunione ONU: 1MSP).

Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, ha concluso i lavori del Forum verso le 16:00 del 19 giugno ospitando sul palco il numeroso staff di volontari (circa 40 persone) che con le attività di servizio hanno supportato organizzativamente l'incontro.

Il suo commiato è stato una decisa esortazione, tra gli applausi e le grida di giubilo dei partecipanti, a rimboccarsi le maniche sostanzialmente sulle modalità di lavoro fin qui percorse.

Lo slogan è semplice e - ad avviso di chi scrive - rischia anche una declinazione semplicistica: "The ban is the plan". Si pensa cioé che il disarmo nucleare sarà la conseguenza della adesione progressiva degli Stati al TPNW. Siamo a quota 62 ratifiche, a poco a poco arriveremo a 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71, eccetera, insomma fino a includere, ratifica per ratifica, tutti i 193 Stati dell'ONU. Le potenze nucleari prima o poi firmeranno perché si convinceranno delle buone ragioni dei "proibizionisti" e saranno pressate dalla "stigmatizzazione" operata dall'opinione pubblica internazionale, mobilitata dai disarmisti e dai pacifisti.

Siamo stati oltre 600 attivisti qui a Vienna, con 50 eventi e oltre 100 relatori in due giorni: persone sopraffatte da un vortice di conversazioni settoriali più o meno approfondite, commoventi storie di sopravvissuti, serrati panel informativi.

La mattina l'introduzione era stata fatta dalla costaricana Elayne Whyte Gomez, che presiedeva i lavori della conferenza ONU che, il 7 luglio 2017, ha adottato il TPNW entrato poi in vigore il 22 gennaio del 2021, dopo la ratifica del 50esimo Stato.

Con Patrizia Sterpetti, la presidente di WILPF Italia, ho assistito questa domenica a due eventi, scegliendo tra altri tre che si svolgevano in contemporanea.

"Challenging Nuclearism and climate change", con Nyombi Morris e Hinamoeura Cross.

Subito dopo: "Impunity hides behind nuclear weapons" con Terrell Starr e Pavel Podvig.

Alle 14:30 ci siamo poi spostati di sala per seguire: "Sustain the momentum" con Allison Pytiak ed altre autorevoli personalità femministe.

Da questa discussione, Patrizia Sterpetti ed il sottoscritto, con Alessandro Capuzzo e con Fabio Sandri, siamo passati alla cerimonia finale con Beatrice Fihn, il momento festoso dei riconoscimenti allo staff e del saluto ai partecipanti.

Durante il grande festival avevamo potuto ascoltare in video il primo ministro della Nuova Zelanda e il ministro degli Esteri austriaco. Abbiamo ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti ai test nucleari in Kazakistan, nelle Isole Marshall e in Nevada, così come i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki. Mentre tutto ciò era in corso, abbiamo saputo che altri Stati membri della NATO, Belgio e Paesi Bassi, hanno deciso di partecipare a 1MSP dal 21 giugno insieme a Germania e Norvegia. Anche l'Australia, un altro alleato nucleare degli Stati Uniti, parteciperà dopo le recenti elezioni che hanno portato a un nuovo primo ministro che è impegnato nel TPNW.

Per la partecipazione dell'Italia alla revisione del TPNW, invece, nessuna speranza si profila all'orizzonte. Anche se potremo registrare il contentino di una presenza ufficiale al convegno scientifico del 20 giugno, un incontro che però non comporta alcuna "compromissione" politica.

Domani, oltre 60 parlamentari di 30 paesi si incontreranno in preparazione per partecipare a 1MSP (la sigla della conferenza di revisione del TPNW) come osservatori non ufficiali dei loro paesi.

Nonostante, o forse a causa dell'invasione russa dell'Ucraina, la sensazione che prevale tra i delegati pacifisti a Vienna è sicuramente quella dello slancio storico che si muove verso l'abolizione delle armi nucleari.

E' stata messa a punto una notevole mole di pianificazione pratica e organizzazione per la prossima fase della campagna, che punta allo sfondamento del muro della NATO, forse sottovalutato nel suo spessore. Ciò significa, nelle indicazioni del Forum, lavorare più a stretto contatto con i parlamentari e le autorità locali, ma anche maggiori sforzi per disinvestire e lavorare con altri movimenti per ampliare le possibilità del movimento disarmista.

A me sembra che la formula del festival degli eventi sostituisca un dibattito assembleare che è sottovalutato e limitato sui problemi strategici che sfidano la campagna, con la guerra in Ucraina che invece è proprio lì a ricordarli. Probabilmente perché l'attivista tipico non si pone domande strategiche che identifica con l'astrattezza dei massimi sistemi: con stile anglosassone (anche se proveniente dall'Africa), misura il successo sui parametri quantitativi cui lo abituano modelli come la campagna contro le mine anti-uomo. La concretezza è avere un obiettivo semplice e chiaro e moltiplicare le adesioni su di esso: tutto il resto sarebbe bla bla politicista che non porta da nessuna parte.

Una parziale diversione, a mio avviso positiva, da questo abito mentale è stato invece l'evento "GIVE PEACE A CHANCE", organizzato, tra gli altri, dalla WILPF e svoltosi, subito dopo il Forum ICAN, dalle 18:00 alle 22:00, alla OGB Catamaran, sempre a Vienna.

Maggiori info su organizzatori e programma al link: http://abfang.org/termine/friedenskonferenz-19-6-2022/

L'evento, focalizzato sull'intreccio tra crisi ecologico-climatica e minaccia nucleare, ha mirato a mettere insieme temi ecologici e temi disarmisti. Come ha sottolineato la moderatrice, Katerina Anastasiou, di Transform Europe: "Il disarmo e la riconversione dell'industria bellica sono elementi essenziali della necessaria trasformazione verso un futuro eco-sociale. In questa prospettiva la cosa più importante è il bando definitivo delle armi nucleari".

Un contributo importante in apertura è stato "Voices for Peace from Ukraine and Russia". Un confronto in videoconferenza tra l'obiettore ucraino Yurii Sheliazenko e l'obiettore russo Oleg Boldrov.

Per la WILPF è intervenuta Heidi Meinzolt, ed hanno anche parlato esponenti dell'IPPNW, degli Amici della Terra, di World Beyond the War, dell'ITUC, delle IPB...

L'intervento della serata che ho trovato più interessante è stato quello di Rebecca Johnson, cofondatrice di ICAN, campista a Greenham Common, direttore dell'Acronym Institute for Disarmament Diplomacy. Tema: "The nuclear Weapon Ban Treaty: Opportunities and Next Step".

Ne riporto un momento significativo:

"Dai miei anni analisi della diplomazia del disarmo, mi sono convinta che l'immenso potere strutturale delle P5 (le cinque potenze nucleari al Consiglio di sicurezza dell'ONU) e le dinamiche del possesso nucleare da parte dei quattro stati dotati di armi nucleari al di fuori del TNP, erano tali che avevamo bisogno, per sbloccare la situazione, di un trattato di divieto netto e inequivocabile. Il trattato doveva avere chiari divieti sull'uso di armi nucleari e sulle principali attività che avrebbero permesso a chiunque di produrle, acquisirle e dispiegarle; e aveva bisogno di dichiarare l'obbligo di eliminare le armi nucleari con alcuni principi di base, percorsi legali e strutture evolutive adattabili per come ciò sarebbe stato fatto.

Questa strategia – andare dritti per un divieto delle armi nucleari ai sensi del diritto internazionale umanitario, negoziato in un forum che sarebbe stato aperto a tutti i governi ma bloccabile da nessuno (in altre parole, le regole dell'Assemblea Generale) – è stata una sfida per molte organizzazioni nei movimenti per la pace di vari paesi. È nato perché sempre più persone sentivano che il tempo stava per scadere.

In sostanza, questo essere diretti e radicali è stata la strategia rivoluzionaria basata sul trattato che ICAN ha portato avanti. Dietro le quinte, i membri del gruppo direttivo ICAN e un crescente nucleo di diplomatici e governi hanno messo in moto la strategia alla Conferenza di revisione del TNP del 2010. Dopo solo 7 anni alla conferenza di New York del luglio 2017 la nave è stata costruita, varata ed è vigorosamente salpata. La rotta è stata tracciata e non resta che tenere la barra dritta fino alla meta finale..."

L'elemento innovativo che caratterizza l'approccio di Rebecca è la consapevolezza che "il tempo stringe" e che, proprio in virtù di questa consapevolezza, occorre mobilitare i giovani sull'intreccio tra crisi nucleare e crisi climatica: per questo è stata tra le fondatrici di XR PEACE in Gran Bretagna.

"Avevo fatto parte del Consiglio del Bulletin of the Atomic Scientists dal 2001 al 2007, e così ho preso parte alle discussioni annuali su dove dovrebbero stare le lancette del "Doomsday Clock". Con l'aumento dei pericoli nucleari e la crescente consapevolezza della distruzione del clima come minaccia a livello di estinzione che richiede un'azione internazionale collettiva, chiaramente non abbiamo più il tempo di continuare ad assecondare gli stati dotati di armi nucleari che hanno bloccato la maggior parte, se non tutti, i passi pratici proposti nelle conferenze del Trattato di non proliferazione, ormai ridotte a tribune inconcludenti".

Rebecca ha individuato il prossimo fronte della avanzata del TPNW nella evaporazione della condivisione nucleare NATO:

"Essenzialmente, il principale ostacolo al disarmo nucleare è che il P5 è diventato presto dipendente dallo status internazionale, dal potere interno, dall'amplificazione della proiezione di forza (come la vedevano) e dai cosiddetti "diritti" che amavano credere che le armi nucleari conferissero. Le loro giustificazioni, e la sfilata delle loro armi, hanno giocato un ruolo importante nel guidare la proliferazione, così che ora ci sono nove nazioni dotate di armi nucleari e molti più rischi e pericoli nucleari.

La NATO è nata come un'alleanza militare guidata dagli Stati Uniti, ma non era inevitabile che dovesse essere anche un'alleanza nucleare. Nella Guerra Fredda, le politiche degli Stati Uniti hanno reso le armi nucleari una caratteristica centrale della NATO, ma questo non è mai stato fondamentale per lo scopo di sicurezza dell'alleanza, i cui membri sono stati a lungo divisi e in conflitto sulle armi nucleari e le loro dottrine e politiche per il dispiegamento e l'uso. Per le loro ragioni militari-industriali e nucleari-economiche, gli Stati Uniti e il Regno Unito sono i principali motori della NATO per essere una "alleanza nucleare". (La Francia dotata di armi nucleari usa diversi argomenti, basati sulla sua umiliante occupazione nella guerra del 1939-45.)

Il TPNW è stato legalmente inquadrato per consentire ai membri della NATO di aderire purché pongano fine ad attività proibite come lo stazionamento di armi nucleari. E recenti sondaggi di opinione mostrano un forte e crescente sostegno al trattato in molti paesi della NATO, compresi i cinque che "ospitano" armi nucleari statunitensi sul loro territorio: Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia".

Su una linea di approccio simile, la considerazione "strategica" di spazi aperti dai trattati internazionali, ha concluso la serata Alessandro Capuzzo, del movimento antinucleare di Trieste, in delegazione a Vienna con i Disarmisti esigenti.

Anche qui mi sembra importante lasciare ampio spazio al suo intervento, ricalcato sul working paper che ha indirizzato alla 1MSP di Vienna:

"Il Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, che la maggior parte dei paesi membri delle Nazioni Unite ha istituito in base pressione della Campagna Internazionale per l'Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), di cui come Disarmisti esigenti siamo parte, può cambiare gli equilibri di potere tra stati nucleari e non, grazie a l'introduzione di una sostanziale trasparenza a vantaggio della società civile e dell'insieme Umanità.
In quanto cittadini del territorio che il Trattato di Pace del 1947 definì smilitarizzato e neutrali, siamo particolarmente felici e coinvolti nel percorso proibizionista.
Il Golfo di Trieste ospita, in contrasto con il Trattato di Pace, due porti militari di transito nucleare, Trieste in Italia e Koper-Capodistria in Slovenia. E la presenza stessa dei due centri urbani rende impossibile prevenire seriamente gli incidenti, che possono scaturire dai motori a  propulsione nucleare propulsione delle navi, dalla presenza a bordo di armi di distruzione di massa, e dalla possibilità di diventare un bersaglio nucleare.
Inoltre, il segreto imposto "per motivi di sicurezza" sulle notizie necessarie per una puntuale informazione, impedisce la valutazione del rischio in relazione ai pericoli esistenti; esso costringe le istituzioni a omettere parti importanti di informazioni e di conseguenza nasconde le situazioni di pericolo per la popolazione.
Pertanto, proponiamo alla Conferenza di Vienna per la revisione del TPNW l'avvio di casi studio sul rischio, e sulla mancanza di trasparenza in materia nucleare, da affidare alla Scuola di Prevenzione Nucleare dell'Agenzia Atomica (AIEA), presso il Centro Internazionale per la Fisica Teorica di Miramare a Trieste.
Interessanti casi di studio si potrebbero intraprendere anche per i dodici porti nucleari militari italiani (oltre a Trieste, Venezia, Brindisi, Taranto, Augusta, Castellammare di Stabia, Napoli, Gaeta, Livorno, La Spezia, La Maddalena e Cagliari) e per le basi aeree nucleari terrestri di Aviano e Ghedi. E chiediamo - sempre ispirandosi al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari - una ripresa dei colloqui per la denuclearizzazione del Mare Mediterraneo, che coinvolga il nostro Golfo: teniamo sempre presente che esso è legalmente vincolato dal Trattato di Pace con l'Italia dopo la seconda guerra mondiale, alla Demilitarizzazione e alla  Neutralità. Oggi, a cinque anni dalla sua approvazione, il Trattato è finalmente entrato in vigore e siamo, popolo della pace, a Vienna per esaminarne il contenuto e l'attuazione. Invitiamo gli Stati firmatari a considerare la proposta, e la sua fattibilità, resa possibile dai due Trattati citati nel Documento di lavoro del 2017: il divieto nucleare o TPNW e il Trattato di pace del 1947 con l'Italia.
Un invito particolare è rivolto agli Stati iscritti nel Trattato di Pace con l'Italia,
per il diritto di utilizzo del Porto Franco Internazionale di Trieste: Austria, Cechia, Francia, Great Gran Bretagna, Italia, Polonia, Slovacchia, Stati Uniti, Svizzera, Ungheria e tutti i paesi emersi dalla Jugoslavia e dall'Unione Sovietica.
Oltre a quanto menzionato, Australia, Belgio, Bielorussia, Brasile, Canada, Cina, Etiopia, sono coinvolti nel Trattato di pace con l'Italia anche Grecia, India, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Ucraina e Sud Africa".

A conclusione di questa mia seconda puntata del diario da Vienna, tornando ad aspetti più immediatamente logistici ed operativi, ricordo che oggi parteciperò in qualità di giornalista accreditato da "IL SOLE DI PARIGI" alla Conferenza di Vienna del 2022 sull'impatto umanitario delle armi nucleari (HINW22Vienna), che si svolgerà presso l'Austria Center.

La conferenza riunirà rappresentanti statali, organizzazioni internazionali, comunità scientifica, sopravvissuti e società civile per discutere ed esplorare ricerche consolidate e nuove sulle conseguenze umanitarie e sui rischi delle armi nucleari.

Vi sarà la partecipazione del coordinamento ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons)  https://vienna.icanw.org/humanitarian-impact-conference

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Sabato 18 giugno 2022

INIZIA IL FORUM DI ICAN. BEATRICE FIHN: "LANCEREMO UN PIANO PER LA FINE DELLE ARMI NUCLEARI"

Salute a tutti, sono Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti. Obiettivo Vienna, la "Nuclear Ban Week", sono partito in treno venerdì 17 giugno dalla Stazione di Lambrate a Milano (ore 21:25) e, dopo un viaggio con imprevisti e ritardi, con lo scompartimento pieno zeppo di ucraini riluttanti a parlare della guerra, sono arrivato nella capitale austriaca alle ore 10:15,.

Il ritardo del treno mi ha fatto mancare l'apertura del Forum Internazionale di ICAN sulla messa al bando delle armi nucleari. Patrizia Sterpetti, presidente di WILPF Italia, invece era già arrivata ieri, ed ha potuto presenziare, con le altre delegate WILPF, all'apertura dei lavori (ore 9:00, Aula der Wissenshafen, 27a): lei potrà essere più precisa nel descrivere questa parte dei lavori.

Alessandro Capuzzo, responsabile della denuclearizzazione del Golfo di Trieste, è giunto anche esso  in mattinata avanzata, con un volo da Palermo.

Ci incontriamo, Alessandro e io, alle 15:00, davanti all'appartamento messoci a disposizione di un attivista austriaco per darci la possibilità di soggiornare durante questa "Settimana di iniziative antinucleari", che prevede anche un convegno scientifico (il 20 giugno), oltre alla vera e propria Conferenza degli Stati firmatari del TPNW, dal 21 al 23 giugno.

Chi non ha potuto sobbarcarsi le spese e la fatica del viaggio, potrà comunque partecipare a distanza al forum di ICAN caratterizzato da un (forse troppo) nutrito programma di discussioni.

Potete registrarvi gratuitamente qui https://vienna.icanw.org/registration e connettervi al mondo per la messa al bando delle armi nucleari!

*Qui potete trovare il programma dettagliato : https://vienna.icanw.org/program

Le centinaia di partecipanti al Forum di Vienna sono stati accolti dal saluto di Beatrice Fihn, direttrice dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN). 

Nel suo discorso Beatrice ha sottolineato come l'organizzazione abbia lavorato duramente  per rendere il Forum e gli eventi della settimana il più inclusivi possibile.

"Questo significa - informa Beatrice - che siamo in grado di trasmettere in streaming due delle tappe per tutta la durata del Forum.

È un'opportunità davvero entusiasmante e invitiamo tutti a collegarsi in diretta su vienna.icanw.org/live.

Naturalmente, non tutti avranno la possibilità di seguire tutte le numerose sessioni in programma nei prossimi due giorni (o addirittura durante tutta la Settimana per la messa al bando del nucleare). Siamo quindi lieti di comunicarvi che la nostra "MSP TV" vi offrirà un riassunto, i punti salienti e gli approfondimenti di tutta la Settimana per la messa al bando del nucleare. Inizieremo domenica sera per concludere il Forum e poi saremo in diretta due volte al giorno (09:30 e 17:30 CEST) per tutto il resto della settimana. I dettagli su come accedere a MSP-TV arriveranno presto!

Questa settimana è incentrata sull'obiettivo di avvicinarci a un mondo privo di armi nucleari. Dall'energia e dal coinvolgimento delle persone al Forum, alla responsabilizzazione dei decisori politici con informazioni sulla conferenza sugli impatti umanitari, e infine alla presa del bando e alla sua trasformazione in un piano per la fine delle armi nucleari".

Un dato importante è che abbiamo avuto fresca fresca la conferma, comunicata dal sottosegretario Benedetto Della Vedova, che il governo italiano non parteciperà ai lavori, neanche in veste di osservatore, alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Dobbiamo quindi deplorare il fatto che il nostro Paese non sarà tra i circa cento governi che parteciperanno agli incontri di Vienna, dove è prevista anche la presenza di Stati non firmatari del Trattato come Svezia, Finlandia e Svizzera e anche alleati Nato, alla pari dell'Italia, come Germania e Norvegia. Il Ministero degli Esteri, secondo quanto riferisce la Rete Italiana Pace e Disarmo,  ha però confermato che il rappresentante italiano presso le Nazioni Unite di Vienna parteciperà alla Conferenza sugli impatti umanitari delle armi nucleari in programma lunedì 20 giugno, appena prima della Conferenza degli Stati Parti, ed organizzata dal governo austriaco.

Con Alessandro Capuzzo, più appartati, abbiamo ridiscusso lungamente il senso del contributo dei Disarmisti esigenti a questo Forum e alla Nuclear Ban Week. Abbiamo confermato il nostro intento di puntare sull'evento collegato: "GIVE PEACE A CHANCE", che si terrà il 19 giugno (dalle ore 18:00 alle ore 22:00), e di cui Alessandro sarà tra i relatori.

Cercheremo, assistendo alle discussioni, di capire fino a che punto  sta maturando, nel percorso del bando all'interno delle sue varie componenti, una consapevolezza strategica che vada oltre il marketing sociale che affligge tante campagne di successo, ma che toccano aspetti di importanza relativa, non un problema decisivo per la stessa sopravvivenza dell'umanità.

È molto importante che si adotti un approccio olistico ed in questa prospettiva il coinvolgimento dei movimenti ambientali che stanno svegliando le giovani generazioni: anche per questo ci sembra utile concentrare le nostre scarse energie e mezzi di influenza sull'evento citato, proprio in quanto ripone le chance della pace nell'occuparsi della crisi climatica ed ecologica.
 
Consapevolezza strategica è tentare pragmaticamente tutte le strade che promettono risultati utili, atti unilaterali anche locali di denuclearizzazione, a livello europeo ma anche di aree con caratteristiche storiche particolari (ad esempio il golfo di Trieste).
La via legale di cui tenta di porre le basi l'iniziativa promossa da "Abbasso la guerra" (con altre 21 associazioni, tra le quali i Disarmisti esigenti) - lo studio sulla illegalità delle armi nucleari commissionato ad IALIANA ITALIA - può essere una ulteriore strada da perseguire.
E speriamo infine che a livello degli stati si affermi uno spirito di rivolta all'ordine nucleare costituito che possa condizionare i lavori del  Trattato di non proliferazione. Il problema, infatti, non è solo e tanto un accrescimento numerico lineare degli Stati che aderiscono al TPNW, ma quello di fare pesare quanto già simbolicamente costituiscono all'interno proprio delle sessioni del TNP.
Infine le considerazioni che ci sollecitano le conseguenze che sempre più vediamo dipanarsi con la guerra che ha come epicentro l'Ucraina.
Oggi possiamo affermare su basi scientifiche che l'attività militare, ovunque e comunque effettuata, come documenterà anche "GIVE PEACE A CHANCE", aggrava e avvicina la catastrofe che al momento è alla moviola, ma incede inesorabilmente: il riscaldamento climatico. Non ha più, tale attività, di cui il nucleare rappresenta il culmine estremo,  giustificazioni morali. Il motivo dovrebbe essere evidente: porta più vittime sui gruppi umani che non c'entrano nulla con il conflitto che si sta affrontando su un teatro localizzato.
Ragioniamo un momento su un paragone oggi molto menzionato. Sono entrati a casa tua e i malviventi hanno preso in ostaggio tua figlia. Tu hai il diritto di difenderti ma non di fare saltare in aria l'intero condominio minacciando di fare esplodere la bombola del gas. Il pianeta Terra paragoniamolo a un condomino con le tubature rotte pieno di fughe di gas. La priorità dei condomini deve essere il risolvere insieme questo problema, i litigi per qualsiasi altro motivo vengono dopo.
Un mio vecchio amico antimilitarista, con cui mi è capitato intavolare delle discussioni, mi ha ribattuto che per lui la libertà viene prima della vita come criterio etico su cui decidere i comportamenti. Questo credo sia un ragionamento che, soprattutto oggi, si può fare solo se riferito a scelte individuali: a volte devo essere costretto a sacrificare la mia vita se voglio salvare la libertà e la vita degli altri che lottano contro le dittature per i diritti. Molti partigiani hanno saputo resistere alle torture dei nazisti che volevano sapere nome e ubicazione dei compagni. Ma a livello universale prendendo l'umanità come un insieme bisogna invece riconoscere che in cima a tutto deve essere posta la continuazione della vita. In un pianeta morto non esiste libertà e nemmeno speranza di libertà. In qualsiasi condizione dobbiamo riuscire a tenere accesa questa fiaccola, perché Sansone può morire con tutti i filistei ma non ha senso che muoia uccidendo tutti gli abitanti della Terra e il Creato che Dio ha affidato in custodia all'umanità. Questi ragionamenti non possono essere elusi nel momento in cui è la scienza ufficiale, ribadiamolo ancora, che ci avverte del rischio di collasso ecologico imminente. Un rischio che guarda caso ad esempio a Glasgow è stato riconosciuto sia dal rappresentante russo che da quello ucraino- e da quello statunitense- e che retoricamente vedremo riproposto da tutti i governi alla prossima conferenza sul clima in Egitto...
Intanto siamo a Vienna- noi Disarmisti esigenti- con altre 600 organizzazioni della società civile - per revisionare e fare appunto pesare nell'ordine internazionale il trattato di proibizione delle armi nucleari. Il disarmo nucleare dobbiamo proporlo come terreno di cooperazione unitario e non come arma di guerra contro chicchessia. La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere, la nonviolenza è efficace (dopo Gandhi non possiamo più negarlo) , e la nonviolenza efficace sono i progressi nel diritto internazionale comune. Questo oggi mi sento di doverlo affermare con la testimonianza dell'esempio e con scelte politiche conseguenti, nei confronti di ogni popolo della nostra madre comune Terra. Per le forme armate di resistenza a questa o quella oppressione forse il massimo di flessibilità lo si può adottare valutando quali sono i rischi di una eventuale escalation nucleare. Ma è bene che anche il palestinese valuti che se non si risolve il problema ecologico globale la Palestina è destinata a finire sotto acqua. Diceva Marx che la lotta di classe può anche finire con la rovina comune delle classi che si confrontano. Ed oggi nella pletora dei movimenti di liberazione nazionale siamo pieni di milizie armate mafiose, in collegamento con potenze straniere. Mi viene in mente l'Africa come triste esempio di questa situazione. Il crinale apocalittico della storia che stiamo vivendo dovrebbe portarci a privilegiare i problemi comuni che affliggono l'umanità e a mettere in secondo piano il resto: lo diceva già l'appello Russell-Einstein. Ma probabilmente salteremo tutti in aria perché qualsiasi disputa sui confini ci sembrerà ancora e sempre più importante e urgente...

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